Riforma pensioni: spunta l’ipotesi di Quota 41 sganciata dall’età
I tempi, almeno sulla carta, non saranno brevi, ma si torna a discutere della riforma delle pensioni. Per il momento la parola d’ordine è prudenza, anche se quella che sembra trapelare dalle dichiarazioni di Marina Calderone, ministro del Lavoro, e della premier Giorgia Meloni è una sorta di incertezza. Almeno sui tempi della sua realizzazione.
Quello su cui il Governo starebbe lavorando è l’introduzione di Quota 41. Una porta che rimarrebbe sempre aperta per andare in pensione, almeno per quei lavoratori che hanno maturato 41 anni di contributi. Anche se, per il momento, continua a rimanere il problema delle coperture. Marina Calderone ha, tuttavia, sottolineato che benché sia arrivato il tempo di riaprire il cantiere sulle pensioni, la riforma non dovrebbe arrivare in tempi brevi.
Pensioni, un dossier aperto da tempo
Il dossier sulle pensioni è aperto sul tavolo del Governo Meloni ormai da parecchio tempo. E sembra doverci rimanere ancora per un po’: l’Esecutivo, infatti, ha dovuto posticipare i tempi rispetto alla Legge di Bilancio 2024. Ma anche per il 2025 le prospettive, almeno per il momento, non sembrano essere certe.
Come abbiamo visto, poi, la stessa Marina Calderone ha affermato che la riforma delle pensioni non arriverà in tempi brevi. Anche perché – come ha spiegato Giorgia Meloni – un’eventuale riforma previdenziale deve essere costruita con equilibrio, adottando il sistema migliore, ma che, al tempo stesso, sia uguale per tutti.
Ipotesi Quota 41
Sul tavolo del Governo, in questo momento, ci sarebbe un’ipotesi ben precisa, anticipata nel corso degli ultimi mesi: introdurre in maniera stabile Quota 41. In altre parole i lavoratori andrebbero in pensione una volta che hanno maturato 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Al momento, però, questa ipotesi risulterebbe frenata dalle coperture.
Il grosso neo di Quota 41, però, sarebbe costituita da una penalizzazione che andrebbe ad impattare su tutti i lavoratori, che vedrebbero il proprio assegno ricalcolato con il sistema contributivo. Stando ai piani dell’Esecutivo, in questo modo, nascerebbe un’alternativa alla pensione anticipata.
Cosa succede oggi come oggi
Per il 2024 il Governo ha deciso di confermare Quota 103, che prevede la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi e almeno 62 di età. Per chi dovesse accedere a questa misura è previsto il ricalcolo dell’assegno previdenziale con il sistema contributivo. Sono state introdotte, inoltre, alcune novità che hanno impattato sull’Ape Sociale e sono state tagliate le rivalutazioni per gli assegni più pesanti, in modo da fare cassa.
La Calderone ha sottolineato che verranno presi in considerazione
tutti gli interventi per mettere in protezione chi deve uscire dal lavoro in anticipo, ma perché ha lavorato tanto, e per chi è giovane e deve ancora costruire la propria posizione previdenziale.
Riforma delle pensioni: le prospettive per il 2025
Sulle pensioni, ad ogni modo, le novità più importanti potrebbero arrivare non prima del 2025. Bisogna ricordare che il prossimo anno, l’Italia sarà impregnata prima di tutto nella riduzione del deficit che ha accumulato. Dovrà evitare di fare extradeficit per finanziare nuove misure. Il tema principale, quindi, continuerà ad essere quello delle coperture.
Nel caso in cui nel 2025 i tempi non dovessero essere ancora maturi per una riforma delle pensioni, stando a quanto prevede Il Sole 24 Ore, il Governo potrebbe confermare per altri dodici mesi Quota 103, mantenendo l’attuale formato.
Uno dei timori che ruotano intorno alla riforma delle pensioni è legata alla Legge di Bilancio 2025, che sembra preannunciarsi più povera della passata. Difficile, almeno per il momento, comprendere se sia possibile mettere mano alla previdenza, dato che l’obiettivo non è stato centrato con le ultime manovre. Sempre che non arrivino delle gradite sorprese dalla Bce rispetto al taglio dei tassi di interesse, anche se le ultime notizie a riguardo non sembrano essere positive. O che arrivi un’inaspettata crescita dell’economia, uno scenario particolarmente complicato.