Finanza Rimborso Irpef, quando arriva in busta paga o con la pensione

Rimborso Irpef, quando arriva in busta paga o con la pensione

8 Luglio 2024 13:49

Tempo di rimborsi Irpef. I contribuenti, che a seguito dell’annuale presentazione del Modello 730 dovessero risultare in credito d’imposta, hanno diritto ad vedersi accreditare sulla pensione o nella busta paga quanto hanno versato in eccesso.

I tempi, però, sono diversi. Generalmente chi è in pensione si vede accreditare il rimborso Irpef un mese dopo rispetto ai lavoratori dipendenti. Ma non solo: il calendario degli accrediti varia a seconda di quando è stato presentato il Modello 730. Chi, infatti, non lo avesse ancora fatto non può ovviamente aspettarsi che gli arrivino i soldi versati in eccesso.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo quali sono le tempistiche del rimborso.

Modello 730, tempistica del rimborso Irpef

Le tempistiche entro le quali viene erogato il rimborso Irpef sono condizionate dalla data entro la quale i contribuenti compilano e inviano il Modello 730 all’Agenzia delle Entrate. Entrando nello specifico si verificano le seguenti situazioni:

  • i lavoratori dipendenti con un sostituto d’imposta ricevono il rimborso Irpef direttamente nella busta paga il mese successivo rispetto a quello nel quale hanno presentato la dichiarazione dei redditi. Questo significa che a luglio arrivano gli accrediti per chi ha presentato il Modello 730 entro il 20 giugno 2024. Chi lo ha presentato dopo questa data vedrà l’accredito nel mese di agosto;
  • i pensionati devono aspettare un po’ di più. L’Inps eroga il rimborso la seconda mensilità successiva rispetto alla data nella quale si è presentato il Modello 730. Quindi chi ha presentato il tutto entro il 20 giugno riceverà il rimborso Irpef con il cedolino del 1° agosto;
  • il discorso cambia per quanti hanno presentato il Modello 730 senza sostituto d’imposta. In questo caso il rimborso Irpef viene accreditato direttamente dall’Agenzia delle Entrate, che effettuerà un bonifico sul conto corrente del contribuente. In questo caso, però, i tempi si allungano leggermente: generalmente arrivano nell’arco di una sessantina di giorni rispetto alla data nella quale è stata presentata la dichiarazione dei redditi.

Ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate può effettuare dei controlli preventivi sul Modello 730. A finire sotto la lente d’ingrandimento ci possono finire, per esempio, i rimborsi che superano i 4.000 euro. Proprio a causa dei controlli che vengono effettuati, il versamento potrebbe subire dei ritardi.

Cosa fare se non si riceve il rimborso Irpef

Può capitare che il rimborso Irpef non arrivi nelle tempistiche previste. In questo caso il contribuente può muoversi nei seguenti modi:

  • controllare che i dati trasmessi all’Agenzia delle Entrate siano corretti;
  • interfacciarsi con il sostituto d’imposta – che può essere il datore di lavoro o l’ente pensionistico – per verificare cosa stia accadendo;
  • interpellare direttamente l’agenzia delle Entrate.

Rimborsi Irpef per chi ha scelto il Modello Redditi PF

La dichiarazione dei redditi può essere presentata attraverso il Modello 730 o con il Modello Pf, che può essere utilizzato anche dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. La scelta tra le due opzioni messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate è personale (gli unici tenuti ad utilizzare unicamente il Modello Pf sono i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi). I lavoratori dipendenti con un credito di entità notevole dovrebbero optare per il Modello 730, per riuscire a velocizzare le operazioni connesse con i rimborsi..

Ad ogni modo, per chi dovesse aver scelto il Modello Pf, i tempi di erogazione dei rimborsi Irpef sono più lunghi e possono arrivare anche a due anni. Scegliere questa opzione per presentare la dichiarazione dei redditi permette, comunque, di gestire in maniera più flessibile i rimborsi.

Utilizzare il rimborso in compensazione

I crediti che derivano dalla presentazione del Modello 730 possono essere utilizzati in compensazione per saldare altri tributi, come ad esempio la Tari o l’Imu. Con questo sistema il contribuente può evitare di essere sottoposto ai controlli dell’Agenzia delle Entrate quando il rimborso dovesse superare i 4.000 euro.

Non sempre dalla presentazione della dichiarazione dei redditi emerge un rimborso: potrebbe capitare di dover versare qualcosa all’Erario. In questo caso il contribuente ha la possibilità di rateizzare il debito di cinque rate se sono dei lavoratori dipendenti o in 7 se sono dei pensionati.