Finanza Riscatto della laurea 2024 e pensioni: le novità previste ed i costi da sostenere

Riscatto della laurea 2024 e pensioni: le novità previste ed i costi da sostenere

12 Gennaio 2024 15:14

Il riscatto della laurea permette di andare in pensione in anticipo. O di aumentare l’importo dell’assegno previdenziale.

Questo strumento non è da confondere con la pace contributiva introdotta dalla Legge di Bilancio 2024, che permette di sanare i periodi nei quali non si è lavorato.

Il riscatto della laurea, in estrema sintesi, garantisce una copertura previdenziale per il periodo in cui i lavoratori hanno studiato all’università.

Anni per i quali non devono essere stati versati dei contributi. La pace contributiva permette, invece, di dare una continuità – ai fini della pensione – alla propria carriera professionale.

Le due misure sono cumulabili laddove non coprano gli stessi anni. Ma hanno un costo. In questa sede ci soffermiamo sul riscatto della laurea. Ricordiamo che non possono essere coperti dai contributi volontari gli anni di studio fuori corso. E soprattutto non è obbligatorio andare a coprire l’intero arco degli studi universitari.

È possibile coprire unicamente il minimo necessario per raggiungere i requisiti desiderati.

Dal riscatto della laurea sono esclusi i master universitari e quelli privati.

Per i titoli che sono stati conseguiti all’estero è necessario aver ottenuto un riconoscimento da parte del Ministero dell’Università.

Riscatto della laurea: la sua utilità

L’istituto del riscatto della laurea sarà operativo anche nel 2024.

Questo strumento permette ai lavoratori di andare in pensione anticipatamente, incrementando la propria anzianità contributiva.

Attenzione, però: è un’operazione che prevede dei costi, che possono essere davvero onerosi.

Il riscatto della laurea è stato introdotto nel 1997.

Permette di far diventare validi ai fini previdenziali gli anni passati a studiare all’Università. È possibile accedere a questo istituto solo e soltanto per gli anni legali di corso.

Sono esclusi, quindi, quelli fuori corso.

Può essere riscattato il periodo che intercorre tra il 1° novembre dell’anno di immatricolazione all’Università fino al 31 ottobre dell’ultimo anno di durata legale del corso a cui si era stati ammessi.

Una delle possibilità messe a disposizione dalla legge è quella di riscattare anche solo una parte del titolo di studio. Quello che serve, in altre parole, per raggiungere un requisito minimo contributivo.

Chi può accedere all’istituto e per che cosa

Possono presentare domanda di riscatto di laurea i lavoratori che abbiano maturato almeno un contributo all’interno della gestione previdenziale nella quale abbiano intenzione di far accreditare la contribuzione.

Non hanno la possibilità di accedere a questo istituto gli inoccupati.

È possibile procedere con il riscatto di tutti i diplomi di laurea con una durata triennale.

Ma anche per quelli magistrali, specialistici o a ciclo unico.

Possono accedere allo strumento anche i dottorati di ricerca; ne rimangono esclusi, invece, i master pubblici o privati.

Rientrano tra i corsi per i quali è possibili accedere al riscatto della laurea anche quelli seguiti all’estero, purché siano stati riconosciuti legalmente in Italia.

Quanto costa il riscatto della laurea

Gli importi da versare non sono uguali per tutti i lavoratori.

L’onere, infatti, è condizionato dal periodo nel quale si è conseguita la laurea e dal sistema di calcolo della pensione che è stato adottato.

La data che funge da spartiacque è il 1° gennaio 1996: in precedenza gli assegni venivano calcolati con il metodo retributivo, successivamente con quello contributivo.

Calcolo retributivo

Nel sistema retributivo rientrano i periodi precedenti al 31 dicembre 1995 o quelli fino al 31 dicembre 2011, purché siano stati maturati almeno 18 anni di contributi prima del 1996.

L’importo da versare, in questo caso, viene stimato attraverso la riserva matematica.

Quanto versare viene quantificato andandosi a basare sul beneficio pensionistico che deriva dallo stesso riscatto.

Calcolo contributivo

Il sistema contributivo si calcola nel caso in cui il periodo di studi sia stato svolto dopo il 1° gennaio 1996.

Per determinare l’importo da versare, in questo caso, è necessario applicare l’aliquota della contribuzione indennità di vecchiaia (Ivs) alla retribuzione percepita nel corso dei 12 mesi antecedenti la presentazione della domanda di riscatto.

Per il 2024 l’aliquota risulta essere pari al 33%, alla quale è necessario aggiungere un 1% oltre la prima fascia di retribuzione pensionabile.

Il riscatto della laurea agevolato

Una particolare agevolazione è prevista per quanti abbiano studiato dopo il 1995.

Questi soggetti hanno la possibilità di accedere al riscatto agevolato, grazie al quale si sostiene un costo fisso ed inferiore.

Quanti, invece, abbiano studiato prima del 1996, devono preventivamente optare per il metodo di calcolo contributivo.

Per effettuare questa operazione, nel 2023 l’onere ammontava a 5.700 euro per ogni anno di riscatto agevolato.

Per il 2024 si è ancora in attesa che l’Inps definisca il costo ufficiale. In questo caso il costo dell’operazione risulta essere lo stesso per gli inoccupati che siano privi di pregressi rapporti di lavoro.

Attenzione alla penalizzazione

È bene sottolineare che se è vero che il riscatto della laurea agevolato comporta dei costi inferiori, può portare ad un assegno decurtato del 20-30%.

Questo è determinato dagli effetti che ha il metodo contributivo dell’assegno previdenziale.