Taglio cuneo fiscale: ecco di quanto aumenta la busta paga
Taglio cuneo fiscale: tutto quello che c’è da sapere
Entro la fine di aprile potrebbero arrivare in busta paga gli aumenti determinati dal taglio del cuneo fiscale.
Il Decreto dovrebbe essere approvato nel corso di questa settimana.
Per l’anno in corso, il Def ha provveduto a mettere a disposizione qualcosa come 3,4 miliardi di euro proprio per ridurre gli oneri a carico dei lavoratori; 4,5 miliardi di euro, invece, saranno destinati nel 2024 per il fondo creato per la riduzione della pressione fiscale.
Il beneficio direttamente in busta paga dovrebbe partire già dal mese di maggio e concludersi nel corso del mese di dicembre.
Taglio del cuneo fiscale già a maggio
A maggio i lavoratori dovrebbero beneficiare del taglio del cuneo fiscale direttamente in busta paga.
Adolfo Urso, Ministro del Made in Italy, ha confermato quanto affermato da Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro, che ha parlato di un taglio di un altro punto percentuale sui contributi previdenziali, che sono a carico dei lavoratori dipendenti.
La riduzione del cuneo fiscale, in questo modo, salirebbe al 4% per i redditi fino a 25.000 euro e del 3% per quelli compresi tra i 25.000 ed i 35.000 euro.
Lo scorso 20 aprile 2021, il ministro Giancarlo Giorgetti aveva alzato il tiro, parlando di un taglio del cuneo fiscale che potrebbe arrivare, in alcuni casi, anche a due punti percentuali: ma non ha fornito maggiori indicazioni.
Il Governo, nell’arco della legislatura, si è impegnato a ridurre il carico fiscale di cinque punti totali, sempre che ci siano le risorse per centrare questo obiettivo.
Volendo, però, fermarsi alle percentuali più concrete e prendendo in considerazione un semplice taglio dell’1%, quali sarebbero gli effetti diretti per i lavoratori in busta paga?
A dare una risposta a questa domanda ci ha pensato la Fondazione Nazionale Commercialisti, che ha fatto – per conto del Corriere della Sera – le simulazioni su nove fasce di reddito.
Prima di procedere, comunque, è necessario ricordare che le riduzioni delle aliquote introdotte con la Legge di Bilancio 2022 e con il Decreto Legge Aiuti Bis dal Governo Draghi e con le ulteriori riduzioni introdotte dal governo Meloni attraverso la Legge di Bilancio 2023, hanno portato l’aliquota contributiva dei lavoratori dal 9,19% al 6,19% per i lavoratori con redditi al di sotto di 25.000 euro e al 7,19% per quanti hanno redditi fino a 35.000 euro.
Questi tagli rimarranno in vigore fino al 31 dicembre 2023 e verranno applicati ai lavoratori con una retribuzione lorda pari ad un massimo di 1.923 euro per la riduzione di tre punti percentuali e 2.692 euro per la riduzione di due punti per tredici mensilità.
Cosa cambia per i lavoratori
Gli oltre tre miliardi di euro, che sono stati destinati a rafforzare il taglio del cuneo fiscale, secondo la Banca d’Italia, permetterebbero un aumento del reddito disponibile poco inferiore ai 200 euro ogni anno.
Ma cerchiamo di entrare un po’ più nel dettaglio.
Nel caso in cui ci dovesse essere un ulteriore taglio dell’aliquota contributiva a carico del lavoratore dipendente di un punto, in busta paga arriverebbe un miglioramento netto pari a poco meno di 10 euro ogni mese per i redditi fino a 15.000 euro e di poco più di 16 euro per i redditi fino a 35.000 euro.
Secondo i calcoli effettuati dai Commercialisti, invece, questo comporterebbe – con il taglio complessivo del cuneo fiscale – un aumento in busta paga di 55 euro in corrispondenza di un reddito pari a 25.000 euro, che scenderebbe a 49,3 euro per i redditi intorno ai 35.000 euro.
L’incremento di un punto del taglio rispetto alla situazione attuale uguale per tutti i lavoratori con redditi nella fascia compresa tra i 25.000 ed i 35.000 euro otterrebbe un miglioramento percentualmente più elevato rispetto a quelli della prima fascia reddituale e cioè fino a 25.000 euro.