Transizione 5.0, ecco le regole per accedere ai crediti d’imposta
Il Governo è pronto a varare il piano Transizione 5.0, rivolto a tutte le imprese che nel biennio 2024-2025 vorranno investire in nuove strutture produttive sul territorio nazionale o in progetti innovativi finalizzati a una significativa riduzione dei consumi energetici.
La bozza contiene 23 articoli e 3 allegati. Il testo al momento non è ancora definitivo e potrebbe subire modifiche, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che è prevista entro la fine del mese o nei primi giorni di luglio.
A chi è rivolto il Piano
Disciplinato dal decreto legge n. 19 del 2 marzo 2024, il piano Transizione 5.0 è per molte aziende un’opportunità per di modernizzare le loro infrastrutture e migliorare l’efficienza energetica, beneficiando di incentivi fiscali calibrati sulla portata degli investimenti e sul loro impatto energetico. Il piano era valido già da tempo, era partito il 1 gennaio 2024 e scadrà il 31 dicembre 2025, ma ancora non erano state pubblicate le regole per accedere ai crediti d’imposta.
“Possono accedere al beneficio tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato e le stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa – scrive il Ministero nella bozza del decreto – Sono escluse dal beneficio le imprese: a) in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, o sottoposte ad altra procedura concorsuale (…); b) destinatarie di sanzioni interdittive (…); c) che non rispettino le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro applicabili in ciascun settore e inadempienti rispetto agli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori”.
Le agevolazioni disponibili
Il bando prevede varie agevolazioni, come l’acquisizione di beni strumentali per l‘autoproduzione di energia; la formazione dei dipendenti e l’acquisizione di software per il monitoraggio dei consumi energetici. Misure quindi pensate per supportare le imprese nella transizione verde.
Per questo, nella bozza viene specificato che “non si considerano ammissibili al beneficio i progetti di innovazione destinati ad attività direttamente connesse ai combustibili fossili“, seppur con delle eccezioni, come “progetti per produzione di energia elettrica e/o di calore a partire dal gas naturale, nonché per le relative infrastrutture di trasmissione e distribuzione, che sono conformi alle condizioni degli orientamenti tecnici sull’applicazione del principio “non arrecare un danno significativo”.
Gli investimenti dovranno essere completati entro la fine del prossimo anno. Per ottenere il credito d’imposta, sarà necessario acquistare beni e macchinari che permettano un risparmio energetico all’impresa. Più l’investimento è energeticamente efficiente, maggiore sarà l’incentivo, ma all’aumentare dell’investimento, la percentuale dell’aiuto diminuisce.
I crediti d’imposta
Il credito d’imposta è calcolato in base alle spese ammissibili per gli investimenti e alla riduzione dei consumi energetici ottenuta. Le aliquote sono le seguenti:
- 35% del costo per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 15% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro, e 5% per investimenti tra 10 e 50 milioni di euro, se la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva sul territorio nazionale è almeno del 3% o, alternativamente, se la riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento è almeno del 5%.
- 40% del costo per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 20% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro, e 10% per investimenti tra 10 e 50 milioni di euro, se la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva sul territorio nazionale è superiore al 6% o, alternativamente, se la riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento è superiore al 10%.
- 45% del costo per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 25% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro, e 15% per investimenti tra 10 e 50 milioni di euro, se la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva sul territorio nazionale è superiore al 10% o, alternativamente, se la riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento è superiore al 15%.
“Il credito d’imposta è riconosciuto sulla base del limite massimo complessivo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro annui per ciascun soggetto beneficiario in riferimento all’anno di completamento dei progetti di innovazione”, scrive in Ministero nella bozza.
A quanto ammontano i finanziamenti
Nella bozza c’è scritto che il Piano prevede risorse pari a 6,3 miliardi di euro. A questi però, si dovranno aggiungere i 6,4 miliardi già previsti dalla Legge di Bilancio (come specifica il Ministero in una nota di febbraio) per un totale di circa 13 miliardi nel biennio 2024-2025. Fondi che saranno utili per la transizione digitale e green delle imprese italiane, incentivando investimenti mirati alla riduzione dei consumi energetici e alla modernizzazione delle strutture produttive.