Unimpresa: nel 2023 nuovo debito pubblico per 90 miliardi
Lo Stato l’anno prossimo spenderà complessivamente, quasi 34 miliardi di euro in più rispetto al 2022 in termini assoluti, ma la spesa pubblica, in rapporto al pil, dovrebbe calare dal 54,5% al 53,7%. Per le pensioni e la sanità lo Stato nel 2023 spenderà 273 miliardi, ben 8,7 miliardi in più (+3,3%) rispetto al 2022.
Queste le cifre che emergono da una recente analisi del Centro studi di Unimpresa secondo cui tra tasse e contributi sociali, l’anno prossimo lo Stato incasserà 50,6 miliardi di euro in più rispetto al 2022, con le entrate totali che arriveranno a toccare il 49,2% del prodotto interno lordo, in aumento rispetto al 48,9% che si registrerà alla fine di quest’anno. La stangata da oltre 50 miliardi sulle tasche dei contribuenti, famiglie e imprese, sarà cagionata principalmente dall’incremento del gettito Iva e delle imposte a carico delle aziende (Ires e Irap) per oltre 29 miliardi, dall’incremento dei contributi sociali (versamenti Inps, principalmente) per 8,7 miliardi e da altre entrate per 20 miliardi. In totale, nel 2023 nelle casse pubbliche entreranno oltre 981 miliardi, con un incremento del 5,4% rispetto ai 930 miliardi di quest’anno. Con il piano di bilancio per il 2023, il governo ha di fatto già prenotato quasi 90 miliardi di nuovo debito: è la differenza tra i 981 miliardi di entrate previste e i 1.071 miliardi di spesa già programmata.
Nel dettaglio, l’analisi aritmetica del bilancio pubblico, inoltre, porta a immaginare che il governo italiano, di fatto, per il 2023 abbia già “prenotato” 89,8 miliardi di nuovo debito, vale a dire il deficit restituito dalla differenza tra i 981,3 miliardi di gettito totale previsto e i 1.071,0 miliardi di uscite già programmate. Una cifra dunque vicina ai 90 miliardi, in calo, comunque, di 16,8 miliardi (-15,8%) rispetto al disavanzo che si registrerà nel 2022, pari a 106,6 miliardi.