A Piazza Affari torna il semaforo rosso, soffrono Tim e Saipem
Chiusura in calo per Piazza Affari che non dà seguito al rush della vigilia. La bocciatura della legge di bilancio da parte dell’Ue, che ha preannunciato il possibile avvio di una procedura di infrazione a causa della violazione della regola del debito, continua a tenere banco con il governo che conferma di voler mantenere l’impronta originale della Manovra anche se tra gli investitori trapela un maggiore ottimismo circa la possibilità di una soluzione di compromesso. Lo spread Btp-Bund oggi è sceso ulteriormente in area 305 pb. “Uno spread elevato non ci aiuta, noi dobbiamo lavorare tutti… affinché si possa tutti, dando un piccolo contributo, contribuire a rasserenare questo clima”, ha detto il premier Conte.
L’indice Ftse Mib in chiusura ha ceduto lo 0,69% a quota 18.603 punti. Contrastate le banche con Banco Bpm ancora in luce con un balzo del 2,97% dopo che ieri era salita del 7,6% sul ritorno dell’ipotesi di deal con Cattolica. SEgno meno invece per Unicredit (-0,67%).
Tra i titoli in affanno ancora una volata i titoli oil (-3,35% Saipem e -2,13% Eni) complice il nuovo calo dei prezzi del petrolio. In discesa di quasi il 2% TIM con sindacati in protesta davanti al Mise su presunti progetti di “spezzatino”. Il ministero guidato da Luigi Di Maio ha annunciato di non aver ricevuto alcun progetto segreto sullo scorporo della rete Telecom.
Su Tim pesa anche la decisione del Tar del Lazio che conferma che entro il 31 dicembre Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb dovranno rimborsare i clienti sulla questione legata alla fatturazione a 28 giorni. Per Tim si prospettano minori ricavi per circa 100-150 mln di euro.