Avvio in calo per Piazza Affari e le altre borse europee
Partenza in calo per i listini del Vecchio Continente, dopo i cali di Wall Street e delle borse asiatiche. A Piazza Affari, il Ftse Mib cede l’1% a 27.575 punti, frenata in particolare da Recordati (-4%), dai realizzi su Tenaris (-2,6%) dopo il +8% di ieri, da Amplifon (-2,5%) e Saipem (-2,2%). In rialzo solo Bper (+2,4%), Banco Bpm (+0,9%) e Unipol (+0,2%).
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 192 punti base con il rendimento del decennale italiano in rialzo al 4,46%. Sul Forex, il dollaro guadagna terreno nei confronti delle altre valute alla luce degli ultimi dati macro e commenti della Fed. Il cambio euro/dollaro cala a 1,064 e il dollaro/yen risale a 134,9. In ribasso il petrolio, con il Brent a 83,8 dollari al barile.
L’ultima seduta della settimana si è aperta all’insegna delle vendite, dopo i dati americani dei giorni scorsi da cui è emersa un’inflazione ancora ostinatamente elevata e un’economia solida, che rischia di alimentare le pressioni sui prezzi.
I dati su prezzi al consumo, prezzi alla produzione e vendite al dettaglio rafforzano la prospettiva di una Fed ancora restrittiva, come confermato dagli ultimi interventi dei membri del Fomc. Ieri Loretta Mester, numero uno della banca centrale a Cleveland, ha dichiarato che sarebbe stato appropriato alzare i tassi di 50 bp a febbraio, aggiungendo che l’inflazione resta troppo elevata e il costo del denaro deve salire oltre il 5% e rimanervi per un certo lasso di tempo per raffreddare l’ascesa dei prezzi.
Le ha fatto eco il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, che non escluderebbe sostenere un aumento di mezzo punto percentuale a marzo. Entrambi comunque non votano sulle decisioni di politica monetaria per quest’anno.
In Europa sono stati diffusi i dati finali sui prezzi al consumo di gennaio in Francia, che confermano un’accelerazione al 6% annuo (+7% il dato armonizzato). Nel Regno Unito, le vendite al dettaglio hanno registrato un rialzo inatteso dello 0,5% su base mensile (+0,4% esclusi i carburanti), suggerendo che anche l’economia UK sia più resiliente del previsto.