Banche accompagnano rimbalzo di Piazza Affari, male TIM
Rimbalzo corposo per Piazza Affari che si accoda all’umore positivo dei maggiori listini globali che hanno reagito bene dopo il sell-off della vigilia. In chiusura l’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,78% a quota 18.815 punti sotto la spinta del recupero del settore bancario. Le buone indicazioni arrivate dalla trimestrale di UBS hanno contribuito a riportare il sereno sul settore così come le parole di Salvini che ha confermato l’apertura a un sostegno alle banche in caso di necessità. Nei giorni scorsi il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti aveva affermato che con spread a 400 sarebbe scattato il rischio aumenti per le banche e in tal caso servirà un intervento repentino. Ieri sera il ministro Tria ha avvertito che il livello elevato dello spread è rischioso soprattutto per le banche.
Nessuna novità, come da copione, dalla Bce, con tassi fermi a zero e QE che si concluderà a fine anno. Mario Draghi ha dovuto rispondere aa molte domande sull’Italia e si è smarcato palesando fiducia in un dialogo tra Roma e Bruxelles. Draghi ha poi sottolineato che non è compito della Bce finanziare il deficit, visto che la banca centrale si occupa di politica monetaria, e non di politica fiscale.
Tra le banche rialzi consistenti per le big Unicredit (+2,24%) e Intesa Sanpaolo (+2,76%) che si sono così risollevate dai minimi a circa 2 anni. Maglia rosa di giornata è stata Mediobanca che è arrivata a guadagnare il 5% in scia ai conti trimestrali oltre le attese. La merchant bank milanese ha visto l’utile netto scendere del 18% a 245 mln nel primo trimestre dell’esercizio 2018-19 che si confronta con l’analogo trimestre 2017-18 che includeva delle poste straordinarie. Riscontri oltre le attese del mercato (consensus Bloomberg a 219,2 mln).
Bene Moncler (+2,34%) che ha accolto bene i dati dei primi nove mesi del 2018 i ricavi consolidati di Moncler sono saliti del 18% a 872,7 milioni di euro (+23% a tassi di cambio costanti). Nel solo terzo trimestre il rialzo del fatturato a tassi costanti è stato del 18%.
Tra i pochi segni meno si segnala TIM, scesa dell’1,64%.