Banche del Ftse Mib scattano ancora, in volata anche Poste e Azimut
L’indice Ftse Mib, reduce dal balzo di oltre 3 punti percentuali di ieri, segna un rialzo dello 0,57% a 17.479 punti. In attesa degli importanti meeting delle banche centrali (Fed domani e Bce il 30 aprile), il mercato torna a concentrarsi sul nuovo calo dei prezzi del petrolio che ha parzialmente compensato l’ottimismo sull’allentamento delle restrizioni legate al coronavirus. Il Petrolio WTI (scadenza giugno) cede oltre il 12% a 11 dollari al barile dopo aver perso ieri quasi il 25%.
Tra i singoli titoli a pagare dazio in avvio spicca ENI (-0,9%) che già ieri aveva sottoperformato e continua a pagare lo shock sul prezzi del petrolio e le attese per un taglio consistente del dividendo che dovrebbe essere annunciato dal colosso del Cane a sei zampe in corrispondenza con i conti del secondo trimestre.
Si confermano positive le Banche (+1,3% Unicredit, +1,9% Bper e +1,47% UBI) ieri protagoniste in positivo sulla scia dei conti di Deutsche Bank e del restringimento dello spread Btp-Bund.
Sale anche Intesa Sanpaolo (+1,13%) con l’assemblea dei soci che ieri ha dato il via libera al cda per un aumento di capitale entro fine anno legato all’OPS su UBI Banca. Tenendo conto del prezzo di Intesa del 21 aprile scorso, pari a 1,33 euro, l’aumento sarebbe pari a 2,6 miliardi. Nell’ambito dell’assemblea di ieri Messina è tornato sull’argomento dividendo (congelato fino al 1 ottobre): “Con un’eccedenza di capitale di circa 19 miliardi di euro, Intesa Sanpaolo è tra le banche che nei prossimi mesi potranno tornare a remunerare gli azionisti in maniera consistente e sostenibili”. “In questa fase di eccezionale emergenza – ha ricordato Messina – abbiamo deciso di raccogliere le indicazioni provenienti dalle autorità di supervisione riservandoci di esaminare la distribuzione del dividendo originariamente previsto, in una nuova Assemblea degli azionisti da convocare dopo il primo ottobre”.
Tonico anche il settore del risparmio gestito con +4% per Azimut e oltre +2% per Banca Generali e Poste Italiane. Il settore trova sostegno dal risk-on sui mercati e dal rumor di un possibile interesse di Amundi verso Anima Holding.