Banche e fintech: oltre 20mila italiani hanno attivato Robo Advisor
Un italiano su cinque accede ai servizi bancari attraverso smartphone o tablet. Mentre cala il numero degli sportelli di qualsiasi tipo (-5% in un anno) ed in particolar modo delle filiali (-7%, come indicato da Banca d’Italia), aumentano quelle con postazioni self-service da cui i clienti possono usufruire di servizi in autonomia, che rappresentano ormai l’11% del totale. Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano su 46 istituti rappresentativi del sistema bancario italiano (con 63,7 milioni i clienti serviti) e i principali provider tecnologici e startup del mercato rivela come il digitale stia profondamente trasformando i canali retail delle banche. Otto sportelli automatici su dieci sono di livello “evoluto”, con la possibilità di effettuare anche versamenti, o multifunzione, con la possibilità pagamenti o ricariche.
Dall’Osservatorio Fintech & Insurtech emerge che ancora pochi istituti tradizionali offrono servizi più innovativi, come le piattaforme di Robo Advisor e i salvadanai digitali, ma aumenta la concorrenza di piattaforme indipendenti specializzate in questi ambiti. E il mercato italiano dei Robo Advisor a fine 2018 conta più di 20mila sottoscrittori, con i clienti attivi che investono in media fra i 20mila e i 30mila euro. I salvadanai digitali, invece, sono stati utilizzati da oltre 250mila italiani, che generalmente accantonano piccole cifre per poi prelevarle all’inizio dell’estate o nel periodo natalizio.
“I numeri significativi degli utilizzatori di Robo Advisor, seppure non tutti attivi, testimonia il crescente fermento attorno a queste soluzioni, come anche a quello dei salvadanai digitali – commenta Marco Giorgino, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech – . Questo fermento è altresì alimentato da un crescente numero di startup e piattaforme indipendenti che stanno entrando nel mercato proponendo queste funzionalità, rappresentando possibili alternative alle banche o, in alcuni casi, possibili soluzioni perché possano migliorare il proprio sistema di offerta. Di certo questo fa bene agli incumbent come spinta verso l’innovazione”.