Banche, linea dura su BTP e Npl (Sole 24 Ore)
Nei portafogli delle banche italiane ci sono tantissimi BTp, ma complice il pressing della Vigilanza, gli istituti stanno facendo importanti passi avanti per ridurre l’impatto della volatilità dei prezzi dei bond di Stato tramite manovre contabili ad hoc. A ogni rialzo dello spread, scrive oggi IL Sole 24 Ore, le banche devono assorbire il deprezzamento dei titoli di Stato tramite il patrimonio: la perdita, in particolare, è relativa ai bond che gli istituti decidono di non trattenere a bilancio fino alla scadenza, ovvero quelli destinati al trading. Una via d’uscita, scrive il quotidiano controllato da Confindustria, è classificare i bond governativi al loro costo ammortizzato, per la loro vita residua. In questo caso, il saliscendi dei prezzi viene neutralizzato sul bilancio.
Dal 2017 al 2018, la quota di bond italiani classificati dagli intermediari nel portafoglio delle attività valutate al costo ammortizzato è così raddoppiata, passando dal 27,6% al 55,6 per cento.
Sullo sfondo, per le banche italiane, rimane il tema dei crediti deteriorati. Lo stock di crediti malati è sceso grazie a ondate continue di cessioni: 26 miliardi nel 2016, 42 nel 2017, 55 nel 2018. La pulizia non è ancora finita: il governatore di Bankitalia Visco avverte che «secondo i piani richiesti dalla Vigilanza a tutti gli intermediari», l’Npe ratio netto «dovrebbe scendere intorno al 3% alla fine del 2021».