‘Banche tedesche in crisi: serve capitale pubblico per NordLB’ (Il Sole 24 Ore)
“Banche tedesche in crisi: serve capitale pubblico per NordLB”. In un articolo scritto da Isabella Bufacchi de Il Sole 24 Ore, vengono messi in evidenza i problemi di NordLB, che è stata indicata dalla stampa italiana anche come la Carige tedesca.
Si tratta della settima banca tedesca per attivi totali pari a 148,2 miliardi, in crisi da parecchio tempo, e potenziale Pomo della discordia tra l’Italia e la Germania nella crisi delle gestioni bancarie.
“La Landesbank, posseduta direttamente e indirettamente dallo Stato, è in attesa dell’approvazione finale di Bruxelles sul piano di ristrutturazione e ricapitalizzazione che ha già ottenuto il disco verde delle autorità di vigilanza europee e tedesche e che dovrebbe portare il Cet1 al 14% entro fine ann
Fallito il piano di una soluzione privata- era stato sondato anche un eventuale interesse di Commerzbank – per la banca l’unica opzione per salvarsi sarebbe quella del salvataggio pubblico. La normativa attuale della Brrd prevede tuttavia che in caso di aiuto di stato venga attivato almeno il burden sharing. Ecco perchè i tedeschi, che puntano su una ricapitalizzazione di 3,6 miliardi, chiedono che l’intervento non venga “catalogato negli aiuti di Stato solo perché tutti i suoi azionisti sono di natura pubblica (Länder e casse di risparmio di Bassa Sassonia e Sassonia-Anhalt, e le casse di risparmio di Meclemburgo-Pomerania occidentale)”.
NordLB è stata già ricapitalizzata nel 2012, prima della direttiva sul bail-in, con “un aumento di capitale da 3,3 miliardi e un pacchetto di garanzie pubbliche”. In quel caso il piano ottenne il sì della Commissione in quanto venne definito «come aiuto di Stato in linea con le norme europee».
La tensione tra Roma e Berlino sulla gestione delle crisi bancarie è emersa di recente con un’intervista al quotidiano La Repubblica rilasciata dall’ex direttore generale Salvatore Rossi, che ha rivelato che, negli anni 2013 e 2014, quando era in discussione la direttiva Brrd sulla risoluzione delle crisi bancarie, Bankitalia e il ministero dell’Economia, presentarono insieme un documento tecnico in cui si sosteneva che il cosiddetto ‘bail-in’, ossia il salvataggio delle banche con i soldi di chi ce li aveva messi, a partire dagli azionisti, e non il ‘bail-out’, che si faceva invece con il denaro pubblico, non poteva essere retroattivo e che ci sarebbe voluto un periodo di transizione perché tutti si abituassero alle nuove regole”.
Tuttavia, tale iniziativa trovò la strada sbarrata in un’Europa a guida tedesca dove “aumentavano i sospetti tra Paesi del Nord e del Sud Europa”.
La Germania aveva già salvato le sue banche con denaro pubblico, “tanto che si potrebbe attribuire alla Germania questo pensiero – aveva spiegato Rossi -: ‘Noi abbiamo salvato le nostre banche, adesso non diamo il permesso agli altri di salvare le loro. Anche per il clima di sfiducia che si era creato”.