Banco BPM: per M&A l’opzione MPS non convince, analisti indicano due nomi per le nozze
Tra le banche si distingue oggi al Piazza Affari il titolo Banco BPM (+3,68% a 2,285 euro). Una sponda al rally arriva dall’accordo con Cattolica Assicurazioni per adeguare e di proseguire la partnership nel settore della bancassurance. L’accordo prevede, a fronte della rinuncia di Banco BPM alla call già esercitata, il riconoscimento allo stesso Banco BPM di un diritto di uscita anticipata dalla partnership, la cui durata originaria era fissata fino al 2033, esercitabile nel periodo compreso tra l’1.1.23 e il 30.6.23, eventualmente posticipabile dalla Banca di sei mesi in sei mesi per tre volte sino al 31.12.24. Le parti hanno convenuto a favore di Banco BPM un’opzione non condizionata di acquisto del 65% detenuto dalla Compagnia nel capitale delle JV Vera Vita e Vera Assicurazioni.
Intanto, il management di Banco BPM ribadisce l’intenzione di essere protagonista del round di consolidamento in tempi relativamente brevi. Massimo Tononi, presidente del terzo gruppo bancario italiano, ha affermato nel weekend che la priorità nei prossimi 12 mesi è trovare un partner. Non ha rivelato alcun dettaglio sui colloqui in corso, ma ha affermato che MPS è meno compatibile con Banco rispetto ad altre opzioni. Tononi ha aggiunto che la banca non teme un’OPA ostile a condizione che diano pieno valore alla banca. Le dichiarazioni di Tononi confermano l’intenzione di Banco sul fronte M&A. “Riteniamo che una potenziale fusione tra Banco e Bper sia vantaggiosa per tutte le parti coinvolte industrialmente e finanziariamente – rimarca Mediobanca Securities – , ma allo stesso tempo tempo per Banco dopo l’uscita di Mustier si è aperto un altro fronte di M&A (ovvero Unicredit), che dovrebbe continuare a supportare il titolo”. “Tutte le opzioni sono aperte in questa fase”, concludono gli espetti di piazzetta Cuccia.