Bce: con inflazione alta, tassi di interesse in territorio restrittivo
Con l’evolvere delle prospettive di inflazione è apparso chiaro che conseguire un orientamento di politica monetaria sostanzialmente neutrale non sarebbe stato di per sé sufficiente. Si prevedeva che l’inflazione si sarebbe mantenuta troppo a lungo su valori eccessivamente al di sopra del nostro obiettivo del 2 per cento a medio termine e vi erano segnali che stesse diventando più persistente, con pressioni sui prezzi più generalizzate e un rafforzamento dell’inflazione di fondo. In tali circostanze abbiamo dovuto spostare i tassi di interesse in territorio restrittivo e frenare la domanda.
Così la Bce nel suo Rapporto annuale.
Nel mese di dicembre, dopo l’ultima riunione di politica monetaria dell’anno, abbiamo quindi annunciato che i tassi di interesse avrebbero continuato ad aumentare in misura significativa a un ritmo costante, per raggiungere livelli abbastanza restrittivi da assicurare un tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo. Al tempo stesso abbiamo dichiarato che, sebbene i tassi di interesse di riferimento della BCE costituissero il nostro principale strumento per definire l’orientamento di politica monetaria, avremmo anche iniziato a ridurre il portafoglio dei titoli del PAA a partire da marzo 2023, a un ritmo misurato e prevedibile. Questo annuncio era stato preceduto dalla decisione di ottobre di ricalibrare i termini e le condizioni applicati alla terza serie delle nostre operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, eliminando un deterrente al rimborso volontario anticipato dei fondi in essere. Tra la fine di giugno (quando sono terminati gli acquisti netti di attività) e la fine di dicembre le attività detenute per finalità di politica monetaria hanno registrato una diminuzione di circa 830 miliardi di euro, contribuendo alla normalizzazione del nostro bilancio.