Bce, Draghi su elezioni europee: ‘non entro in dibattiti politica, ma ripeto: rimanendo uniti siamo più sovrani’
“Noi banchieri non interveniamo nei dibattiti politici, sia a livello nazionale che europeo, ma possiamo indicare i modi per poter migliorare per rimediare alle debolezze” che gli eventi recenti hanno messo in evidenza. E’ quanto ha detto il numero uno della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa successiva all’annuncio della banca centrale sui tassi. Draghi ha risposto in questo modo a una domanda postagli in conferenza stampa sulle imminenti elezioni europee e sul diffondersi del populismo.
Il numero uno della banca centrale non si è espresso, ma ha rinnovato il discorso recente proferitoall’università di Bologna in occasione del conferimento della laurea ad honorem in Giurisprudenza.
Quel discorso aveva sollevato diverse reazioni, in quanto interpretato come messaggio inviato ai sovranisti.
Così aveva detto in quell’intervento:
“Porsi al di fuori dell’Ue può sì condurre a maggior indipendenza nelle politiche economiche, ma non necessariamente a una maggiore sovranità. Lo stesso argomento vale per l’appartenenza alla moneta unica. La maggior parte dei paesi, da soli, non potrebbe beneficiare della fatturazione delle importazioni nella propria valuta nazionale, il che esaspererebbe gli effetti inflazionistici nel caso di svalutazioni”.
Gli stessi paesi, aveva spiegato Draghi, “sarebbero inoltre più esposti agli spillover (effetti contagio) monetari dall’esterno, che potrebbero condizionare l’autonomia della politica economica nazionale: primi tra tutti gli spillover della politica monetaria della Bce, come negli ultimi anni è peraltro accaduto alla Danimarca, alla Svezia, alla Svizzera e ai paesi dell’Europa centrale e orientale”.
Il numero uno della Bce aveva parlato inoltre della percezione secondo cui ci sarebbe “un trade-off (uno scambio) tra l’essere membri dell’Unione europea e la sovranità dei singoli Stati”, spiegando che “secondo questo modo di pensare, per riappropriarsi della sovranità nazionale sarebbe necessario indebolire le strutture politiche dell’Unione europea”.
A tal proposito, Draghi aveva messo in guardia i sovranisti:
“Ritengo sbagliata questa convinzione perché confonde l”indipendenza’ con la sovranità. La vera sovranità si riflette non nel potere di fare le leggi, come vuole una definizione giuridica di essa, ma nel migliorare il controllo degli eventi in maniera da rispondere ai bisogni fondamentali dei cittadini: ‘la pace, la sicurezza e il pubblico bene del popolo’, secondo la definizione che John Locke ne dette nel 1690. La possibilità di agire in maniera indipendente non garantisce questo controllo: in altre parole, l’indipendenza non garantisce la sovranità”, aveva detto, facendo anche un esempio. Esempio “estremo ma efficace, di quei paesi che sono totalmente al di fuori dell’economia globale: essi sono indipendenti – aveva concluso – ma certamente non sovrani in un senso pieno della parola, dovendo ad esempio spesso contare sull’aiuto alimentare che proviene dall’esterno per nutrire i propri cittadini”.
Oggi Draghi ha ripetuto, ricordando il suo discorso di Bologna, che “in questo mondo globalizzato solo rimanendo uniti possiamo essere davvero sovrani”.
Nella riunione odierna il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha deciso che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al −0,40%.
Confermata anche la forward guidance. Il Consiglio direttivo si attende che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla fine del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.