Bce: l’abilità dialettica di Draghi stavolta non è sufficiente per i mercati
Gli operatori, economisti e chi segue i mercati stanno ancora digerendo la giornata di ieri che vedeva la riunione della Banca centrale europea (Bce) al centro dei riflettori. “Draghi ha inizialmente entusiasmato i mercati (rialzo di borse, ribasso di tassi e calo dell’euro) per l’apertura lessicale nelle forward guidance e la prospettiva già per settembre di un ribasso dei tassi e il riferimento esplicito ad un nuovo QE, che erano presenti nel discorso introduttivo della conferenza stampa, oltre che per la conferma di non ritenere probabile la recessione”, sottolinea Marco Vailati, responsabile ricerca e investimenti di Cassa Lombarda.
“Successivamente però la sessione di domande&risposte della conferenza stampa ha portato in luce aspetti più deludenti per le aggressive attese di consensus, tanto che i mercati si sono girati – aggiunge l’esperto -. In particolare al mercato non è piaciuto il mancato approfondimento dei dettagli del possibile programma di acquisto di asset, in quanto non ancora discusso, e la connessa ammissione di mancanza di unanimità in materia nel Comitato, che renderà più dibattuto il meeting di settembre e meno scontate le relative mosse espansive. Inoltre, le preoccupazioni sono state alimentate anche dalla conferma di Draghi che vede l’outlook economico in progressivo peggioramento”. Secondo Vailati, nonostante l’abilità dialettica, “stavolta a Draghi non è riuscita la magia di muovere il mercato solo con le parole, e alla fine sta prevalendo la delusione rispetto posizionamenti e aspettative forse esagerate, in attesa delle azioni concrete che probabilmente vedremo già a settembre”.