Bio-on affonda a -38% dopo semestre nero. Astorri si sfoga: ‘Nostro polimero dà fastidio a tanti’
Nuovo tracollo del titolo Bio-on nel giorno dei conti del primo semestre, accompagnati dalla revisione dei target per l’intero 2019 e dall’annuncio di un nuovo accordo di licenza nel settore beverage. Il titolo dopo una prima parte di giornata in cui non era riuscito a far prezzo per eccesso di ribasso, ha aperto segnando un calo del 38% a 11,9 euro prima di essere nuovamente sospeso.
I dati relativi al primo semestre 2019 evidenziano una perdita netta più che triplicata a 10,142 mln di euro rispetto a una perdita di 2,959 mln nello stesso periodo del 2018. Nei primi sei mesi dell’anno i ricavi sono stati pari a 917 mila euro, di cui 767 mila realizzati con terzi, rispetto ad un totale ricavi del primo semestre 2018 pari a 6,123 mln. Questa diminuzione, rimarca Bio-on, è dovuta alla scelta aziendale di rallentare nella prima parte dell’anno 2019 le attività di licensing nell’ottica di sviluppo dell’attività produttiva diretta, scelta con conseguenti implicazioni sulle attività di investimento e sviluppo. L’ebitda risulta negativo per 4,944 milioni di euro, negativo per 5,094 mln escludendo i ricavi attribuibili al Gruppo Bio-on, a fronte di un ebitda negativo del primo semestre 2018 pari a 2,376 mln. La società quotata sull’AIM di Borsa Italiana e attiva nel settore delle bioplastiche PHAs, nonostante il rallentamento del business, confida di chiudere il 2019 con almeno 20 milioni di euro di ricavi netti provenienti da terzi, che si confronterebbero con circa 19 mln di ricavi netti sempre provenienti da terzi del 2018, e un Ebitda positivo di circa 8 mln che si confronterebbe con un ebitda positivo di circa 11,8 migliaia del 2018 (sempre escludendo i ricavi attribuibili al Gruppo Bio-on).
Il presidente di Bio-on, Marco Astorri, ha dichiarato che l’attacco speculativo di luglio per mano del fondo Quintessential “Non è accaduto per caso e non è solo un attacco speculativo”. Astorri, stando a quanto riferito dall’agenzia Ansa, riporta i numeri del business della plastica: “ci sono 400 mila tonnellate di plastica nel mondo, questo polimero (il Pha, ndr) ne può sostituire il 40%, significa che siamo andati a toccare 250 miliardi di euro di interessi”.