Borsa Hong Kong -3%, Sec aggiunge Weibo a lista società a rischio delisting. C’è anche tonfo JD Logistics
Tornano forti vendite alla borsa di Hong Kong, con l’indice Hang Seng in calo di quasi il 3%, zavorrato dai sell sulle Big Tech.
In evidenza il tonfo di JD Logistics, precipitata di oltre il 14%, dopo l’annuncio del gruppo – controllata del gigante dell’e-commerce JD.com – di una vendita di azioni volta a reperire sui mercati 8,53 miliardi di dollari di Hong Kong ($1,09 miliardi). L’offerta avverrà a 20,71 dollari di Hong Kong per azione. Il sottoindice dei titoli tecnologici Hang Seng tech index ha perso più del 6%, già anche Tencent e Meituan. Tornati i timori di delisting delle Big Tech quotate a Wall Street, dopo che la Sec ha aggiunto alla lista delle società che rischiano di dire addio alla borsa Usa la piattaforma di social media cinese Weibo.
Volatilità per il titolo del colosso dell’alluminio russo Rusal, quotato anche a Hong Kong, che è balzato di oltre il 10% prima di perdere più del 4%. Le quotazioni avevano già riportato un trend negativo alla borsa di Hong Kong all’inizio della settimana, dopo l’annuncio con cui il gigante russo aveva reso noto di star valutando l’impatto della decisione del governo australiano di bloccare le esportazioni di allumina e di minerali di alluminio, materie prime essenziali per la produzione del metallo.
Debole l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, che ha chiuso la seduta odierna in rialzo dello 0,14% a 28.149,84 punti. Poco mossi i futures Usa, con rialzi tra lo 0,11% e lo 0,13%, dopo il rally della vigilia dei principali indici azionari Usa. Il Dow Jones è balzato ieri di 349,44 punti (+1,02% a 34.707 punti; lo S&P 500 è avanzato dell’1,43% a 4.520, mentre il Nasdaq è salito dell’1,93% a 14.191 punti. Tra le altre borse asiatiche, Shanghai in flessione dell’1,17%, Sidney +0,26%, Seoul ingessata con +0,01%. L’attenzione dei mercati continua a essere rivolta agli esiti delle riunioni dei leader mondiali, impegnati a sferrare nuove sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin.
Nel comunicato conclusivo della prima delle due giornate di riunioni del Consiglio europeo, l’Ue ha rassicurato l’Ucraina sul fatto che “continuerà a fornire aiuti finanziari, politici, materiali e umanitari” al paese, e che resterà “al fianco del suo popolo, confermando la dichiarazione di Versailles e riconoscendo le aspirazioni ucraine d’ingresso nell’Unione europea”.
In un comunicato congiunto, i leader del G7 hanno condannato inoltre la guerra di Vladimir Putin, definendola “ingiustificabile, non provocata e illegale”.
E’ atteso per la giornata di oggi l’annuncio dell’amministrazione Usa di Joe Biden e dell’Unione europea di un’iniziativa con cui gli Stati Uniti si impegnano a incrementare le consegne all’Europa di quantità di gas naturale liquefatto. Lo ha riportato il Washington Post, citando tre funzionari Usa a conoscenza del piano.
La Russia è stata colpita ieri da 65 nuove sanzioni dal Regno Unito, nell’ambito di un piano, stando a quanto ha spiegato il governo di Boris Johnson, volto a colpire “settori e individui strategici”.
I leader dell’Unione europea continuano tuttavia ad avere forti difficoltà a imporre l’embargo sul petrolio e gas russi, in quanto fortemente dipendenti dalle forniture della Russia.