Borsa Hong Kong vola di oltre +3% con notizie Covid, Tokyo -0,40% dopo Pil Giappone
Forti acquisti alla borsa di Hong Kong, che continua a beneficiare di notizie sull’allentamento delle restrizioni anti-Covid in Cina. L’indice Hang Seng scatta di oltre il 3% sulla scia dei buy che fioccano sulle Big Tech cinesi. Il sottoindice Hang Seng Tech Index segna un rally del 5% circa.
Scattano al rialzo in particolare i titoli delle società che beneficerebbero maggiormente di un reopening dell’economia dopo la diffusione di indiscrezioni, secondo cui la città di Hong Kong starebbe considerando l’opzione di far decadere l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto.
Boom dei titoli degli operatori di casinò come Wynn Macau, che vola di oltre il 16%; MGM China balza del 10%, Sands China del 7%, Galaxy Entertainment mette a segno un rialzo del 5% circa.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,40%, dopo la pubblicazione del dato relativo al Pil del Giappone che, nel terzo trimestre, si è contratto dello 0,8% su base annualizzata.
Il Pil ha battuto tuttavia le attese degli analisti, che erano per una contrazione maggiore, pari all’1,1%. Il dato è stato rivisto anche al rialzo, visto che nella stima preliminare diffusa a novembre si parlava di una flessione dell’1,2%.
Ieri chiusura debole per Wall Street, con il Dow Jones praticamente piatto, in rialzo di appena 1,58 punti; lo S&P 500 è sceso per la quinta sessione consecutiva, soffrendo una flessione dello 0,19%; il Nasdaq ha perso lo 0,51%. I futures Usa sono al momento poco mossi.
Riguardo alle altre borse dell’area Asia Pacifico, la borsa di Shanghai scende dello 0,10%, Seoul arretra dello 0,49%, Sidney in flessione dello 0,75%.
Dominano ancora sui mercati azionari globali i timori di una recessione globale, a causa delle strette monetarie aggressive delle banche centrali.
In un discorso proferito la scorsa settimana, il numero uno della Federal Reserve Jerome Powell ha avallato le speculazioni dei mercati, che scommettevano e ora scommettono con più forza su una stretta monetaria inferiore, a dicembre, pari a 50 punti base, rispetto ai quattro consecutivi maxi rialzi dei tassi di 75 punti base, che hanno portato il costo del denaro degli States al record dal 2008, ovvero al range compreso tra il 3,75% e il 4%.
Il Fomc (il braccio di politica monetaria della Federal Reserve) si riunirà i prossimi 13 e 14 dicembre.