Borsa Italiana: Enel prosegue striscia vincente, banche in risalita nonostante Fmi
Il Ftse Mib, dopo un avvio difficile, ha chiuso a +1,34% a quota 17.316 punti. L’acuirsi delle tensioni tra Stati Uniti e Cina è passato in secondo piano in una giornata priva di spunti di rilievo. Male oggi il comparto del lusso: Moncler e Ferragamo sono rimaste per tutta la giornata in coda al Ftse Mib con oltre -2% per la prima e -2,5% per la seconda complici le tensioni legate a Hong Kong. “Gli impatti di questa notizia sul settore ci sembrano comunque marginali considerato che il peso di Hong Kong, storicamente al 6% circa del fatturato di settore, era già stato sostanzialmente dimezzato dalle proteste del secondo semestre del 2019”, sostengono da Equita.
Enel archivia settimana da prima della classe
Tra le big segno più anche oggi per Enel (+1,26% a 6,41 euro) che manda in archivio una settimana caratterizzata da una netta sovraperformance rispetto al mercato. Gli analisti sottolineano i segnali di ripresa dei consumi elettrici in Italia, con un miglioramento a -8% a/a nell’ultima settimana e punte a -5% secondo i dati riportati da Quotidiano Energia sugli andamenti settimanali dei consumi elettrici. Tra i titoli maggiormente sensibili alla domanda elettrica figura proprio Enel, insieme ad A2a (+0,26%).
Tra le banche rally del 4,34% per Unicredit, tra i migliori di tutto il Ftse Mib. Il settore bancario non è stato frenato dal rapporto del FMI che vede gli utili delle banche sotto pressione anche dopo la fine dell’emergenza Covid complici tassi bassi e aumento dei crediti in sofferenza. Il FMI ritiene che tale situazione di difficoltà si potrà estendere fino al 2025.
Quotazioni in rialzo anche per Intesa Sanpaolo (+1,59%). Tiene sempre banco il nodo OPS, con l’offerta della maggiore banca italiana su UBI che potrebbe slittare a dopo l’estate. Secondo Il Sole 24 Ore l’Ops di Intesa Sanpaolo su UBI potrebbe partire a settembre rispetto ad un’ipotesi iniziale di luglio. Lo spostamento sarebbe legato ai tempi tecnici necessari per ottenere l’ok Bce, Ivass e Banca d’Italia, al cui via libera è condizionata l’operazione. Si è poi aggiunto il nodo antitrust, che ha aperto un’indagine nelle scorse settimane e il suo responso non dovrebbe arrivare prima di fine giugno-inizio luglio.
Seduta in crescendo per Prysmian, con un balzo in chiusura nell’ordine del 3,5%. Il colosso dei cavi ha definito i nuovi obiettivi di sostenibilità a medio termine entro il 2022, in linea con i Sustainable Development Goal delle Nazioni Unite. Prysmian si impegna a incrementare la percentuale dei ricavi da “low carbon products” al 50% entro il 2022.