Borsa Milano chiude debole, male Ferrari ed Enel
Ultima seduta di maggio in ribasso per Piazza Affari che si accoda alla debolezza di Wall Street. L’indice Ftse Mib segna -1,22% a quota 24.505 punti. Torna a tenere banco il rischio tassi con l’inflazione oltre le attese dell’area euro a maggio (+8,1% a/a) che alimenta le aspettative di una Bce potenzialmente più aggressiva nell’alzare i tassi. A preoccupare gli investitori c’è anche la nuova impennata dei prezzi del petrolio e i commenti aggressivi di Christopher Waller (Fed di St. Louis) che indica la banca centrale Usa pronta ad aumentare i tassi di mezzo punto percentuale ad ogni riunione da ora in poi fino a quando l’inflazione non sarà decisamente in frenata.
Tra i singoli titoli spicca il rialzo del 2,9% di TIM sulla scia di un nuovo rumor secondo cui la rete fissa potrebbe essere ceduta a un valore di 20 miliardi di euro a CDP e a un gruppo di fondi internazionali. Il ricavato consentirebbe a Tim di ridurre enormemente il suo debito, accelerando così il piano di cambiamento delineato dall’amministratore delegato Pietro Labriola.
Debole invece Enel (-1,91% a 6,044 euro). Gli analisti di Barclays hanno rivisto stime e valutazione sulla maggiore utility italiana. Aumentate le stime relative a indebitamento netto e i costi di finanziamento netti per il 2023 e il 2024 e di conseguenza è stata ridotta quella sull’EPS 2023 dell’1,3% a 0,61 € da 0,62 € e sull’EPS 2024 dell’1,5% a 0,66 € da 0,67€ per azione. La casa d’affari britannica mantiene raccomandazione overweight sul titolo con prezzo obiettivo ridotto del 4% a 9,2 euro principalmente a causa dell’aumento del debito netto previsto per la fine del 2022.
In affanno anche Ferrari a -4,3%; male anche Prysmian a -2,69%. Tra le banche calo dell’1,4% per Intesa Sanpaolo.