Borsa Tokyo +0,21%, Cina debole. Mercati sull’attenti per inversione curva rendimenti Usa peggiore dal 2007
L’inversione peggiore dal 2007 della curva dei rendimenti dei Treasuries Usa mette sull’attenti l’azionario globale. Nella sessione di ieri, i tassi sui Treasuries a due anni, che sono più sensibili alle decisioni di politica monetaria della Federal Reserve, sono scesi all’1,526%, a un livello superiore di 5 punti base rispetto a quello dei tassi a 10 anni, pari all’1,476%.
L’ultima volta che l’inversione ha caratterizzato questa parte della curva dei rendimenti è stata nel dicembre del 2005, due anni prima della crisi finanziaria e della recessione. Occhio anche alla dinamica dei tassi dei Treasuries a 30 anni, pari all’1,955%, inferiori ai tassi a tre mesi per la prima volta dal 2007.
In Asia azionario contrastato, con la guerra commerciale Usa-Cina sempre protagonista. Hu Xijin, editor-in-chief del quotidiano organo di stampa di Pechino The Global Times, ha scritto su Twitter che la “Cina non sta dando grande enfasi alle trattative commerciali” con gli Stati Uniti, aggiungendo che “sarà sempre più difficile” per Washington costringere Pechino a fare concessioni.
La Cina ha annunciato nelle ultime ore misure volte a rafforzare la crescita dei consumi, tra cui un’opzione volta a ridurre le restrizioni finora imposte per l’acquisto di automobili.
La Borsa di Shanghai al momento segna un calo dello 0,18%, a fornte del +0,02% di Hong Kong, +0,43% di Sidney, +0,96% di Seoul.
La borsa di Tokyo ha visto l’indice Nikkei 225 chiudere in rialzo dello 0,11% a 20.479,42 punti.
Sul mercato petrolifero, occhio alla nuova offerta in arrivo dagli Stati Uniti con l’avvio degli oleodotti Plains All American Pipeline’s Cactus II, capaci di produrre 670.000 barili al giorno, che collegheranno il bacino permiano a Corpus Christi, Texas, riversando l’offerta da lì al resto del mondo.
I nuovi oleodotti dovrebbero trasferire maggiori quantità di petrolio crude rifornito dal Texas in tutto il mondo.
Secondo gli analisti di Citigroup, la nuova offerta contribuirà a far salire le esportazioni di petrolio Usa di un altro milione di barili al giorno, dagli attuali 3 milioni di barili al giorno, entro la fine dell’anno e di un successivo ennesimo milione di barili al giorno nel corso del prossimo anno, a detrimento del trend dei prezzi del petrolio.
Oggi le quotazioni del petrolio sono in solido rialzo, con il contratto WTI +1,18% a $55,58 al barile e le quotazioni del Brent +0,91% a $60,05.