Borsa Tokyo +0,27%, male Shanghai e Hong Kong fino a -1,8%. Alert Sudest Asia, esodo fondi esteri più forte da III trimestre 2020
Borse Asia contrastate, con l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo in rialzo dello 0,27% a 28.783 punti; male le borse di Shanghai (-1,79%) e di Hong Kong (-1,82%), Sidney è salita dello 0,46%, invariata invece Seoul. Altra chiusura record per l’indice S&P 500, che ha chiuso a un nuovo valore massimo per la sesta sessione consecutiva, salendo di 22,44 punti (+0,52%), a 4.319,94 punti.
Oggi giornata cruciale per Wall Street e l’azionario globale, con la pubblicazione, alle 14.30 ora italiana, del report occupazionale Usa di giugno. Gli analisti di Goldman Sachs hanno pubblicato la loro preview:
“Stimiamo una crescita dei nuovi posti di lavoro di 750.000 unità a giugno; grazie alla domanda di lavoro molto forte e ai continui progressi delle vaccinazioni e alla riapertura dell’economia, crediamo che la crescita dell’occupazione abbia probabilmente accelerato ulteriormente il passo nel mese. Prediamo un calo di due decimi del tasso di disoccupazione, al 5,6%, a conferma del forte miglioramento dell’occupazione a fronte di un’ulteriore crescita del tasso di partecipazione alla forza lavoro”.
Gli economisti di Dow Jones prevedono una crescita dei nuovi posti di lavoro di 706.000 unità, a fronte di un tasso di disoccupazione in calo dal 5,8% al 5,6%, dopo il rialzo delle buste paga di 559.000 di maggio.
I salari orari, in media – importante termometro dell’inflazione Usa – sono attesi in aumento dello 0,3% su base mensile, in crescita del 3,6% su base annua.
Da segnalare ieri la pubblicazione delle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione Usa che sono scese, nella settimana terminata il 26 giugno, a 364.000 unità, attestandosi al nuovo minimo dell’era pandemica.
Altro grande market mover è l’annuncio dell’Opec+, l’alleanza tra i paesi Opec e non Opec come la Russia, sull’offerta di agosto.
L’annuncio dell’Opec+, previsto per la giornata di ieri, è stato posticipato a oggi, venerdì 2 luglio.
La decisione è stata rimandata, secondo quanto riportato dalla Reuters, a causa della contrarierà degli Emirati Arabi Uniti a un nuovo accordo sulla produzione. Le quotazioni del petrolio WTI scambiato a New York hanno testato ieri i massimi dall’ottobre del 2018, oltre la soglia dei $75 al barile. I futures sul WTI sono ora ingessati, con una variazione pari a -0,01% a $75,21, mentre il Brent cede appena -0,08% a $75,78.
Sul trend dell’Asia, occhio alla notizia riportata da Bloomberg, secondo cui i fondi esteri starebbero uscendo dall’azionario del sud est asiatico, preoccupati dell’impatto che la recrudescenza del Covid-19, con le nuove varianti, avrà sulla ripresa economica dell’area.
In particolare, stando ai dati compilati da Bloomberg, nel periodo compreso tra aprile e giugno, la Thailandia, le Filippine e la Malesia sono state interessate da flussi in uscita per un valore, su base combinata, pari $2,7 miliardi, che hanno confermato il più grande esodo dal trimestre terminato nel settembre del 2020. I fondi hanno invece acquistato i titoli di stato di questi paese, a causa dei rendimenti appetibili.