Borsa Tokyo +0,65% dopo Bank of Japan, Hong Kong volatile. Attesa per colloquio Joe Biden-Xi Jinping
L’indice Nikkei della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dello 0,65% a 26.827,43 punti. Volatilità alla borsa di Hong Kong, che dopo i crolli e i rally delle ultime sessioni, viaggia ora in lieve ribasso.
Nella giornata di ieri, Wall Street ha chiuso positiva, con lo S&P 500 balzato dell’ 1,23% a 4.411,67; il Dow Jones Industrial Average in rialzo di 417,66 punti, o +1,23% a 34.480,76, il Nasdaq Composite avanzato dell’1,33% a 13.614,78. I futures Usa sono tuttavia negativi, con quelli sul Dow Jones che perdono lo 0,34%, quelli sullo S&P 500 che arretrano dello 0,43% e quelli sul Nasdaq in flessione dello 0,65%.
Detto questo, lo S&P 500 è salito per la terza sessione consecutiva, guadagnando il 4,9% su base settimanale, e confermando così la migliore settimana dal novembre del 2020; nella settimana in cui la Fed di Jerome Powell ha alzato i tassi per la prima volta dal 2018, il Dow Jones è salito del 4,7%, anche in questo caso chiudendo la settimana migliore dal novembre del 2020, mentre il Nasdaq è balzato del 6%, e si appresta a concludere la settimana migliore dal febbraio del 2021.
Attesa per il colloquio in calendario oggi tra il presidente americano Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping: i due leader, stando a quanto reso noto dalla Casa Bianca, discuteranno in particolare dellì’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin e della competitività tra Stati Uniti e Cina.
Oggi la Bank of Japan – banca centrale del Giappone guidata da Haruhiko Kuroda – ha annunciato di aver confermato il target dei tassi di interesse di breve termine al -0,1%, e il target dei tassi dei titoli di stato a 10 anni attorno allo zero. L’atteggiamento dovish dell’istituzione contrasta con quelli della Federal Reserve e della Bank of England: la Fed ha alzato i tassi sui fed funds per la prima volta dal 2018 mercoledì 16 marzo, al nuovo range compreso tra lo 0,25% e lo 0,50%, mentre la BoE ha annunciato la terza stretta monetaria consecutiva, portando i tassi UK allo 0,75%, nella giornata di ieri.
L’inflazione sta comunque accelerando in Giappone, come conferma lo stesso dato diramato oggi, l’indice dei prezzi al consumo che, nel mese di febbraio, è salito su base annua dello 0,9%, il triplo rispetto al +0,3% atteso dal consensus, e in accelerazione rispetto al +0,5% di gennaio.
I numeri sull’inflazione core rimangono ben al di sotto del target della Bank of Japan, pari al 2% ma l’indice CPI al netto dei prezzi dei beni alimentari freschi è salito su base annua dello 0,6%, al ritmo di crescita più forte degli ultimi due anni, a conferma dell’aumento delle pressioni inflazionistiche alimentate dai costi energetici più alti.
Il fenomeno del caro-bolletta non sta risparmiando il Giappone, con le bollette di elettricità salite del 20% a febbraio su base annua, al ritmo di crescita più veloce dal 1981.
Esclusi i prezzi dei beni alimentari ed energetici, l’indice dei prezzi al consumo del Giappone è sceso dell’1%, più del calo atteso pari a -0,9%, e rispetto al -1,1% precedente.
Proprio a causa delle pressioni inflazionistiche che stanno salendo in tutto il mondo, la Bank of Japan ha riferito di credere che il Giappone riuscirà a centrare o addirittura a eccedere il target dell’inflazione, fissato al 2%, nei prossimi mesi.
La BoJ non ha tuttavia intenzione di ritirare i suoi massicci stimoli monetari, in quanto ritiene che l’inflazione, scatenata dal boom dei prezzi energetici, sia transitoria, a fronte di un’economia che ha appena iniziato a riprendersi dalle conseguenze della pandemia Covid-19.
Tra le altre borse asiatiche, bene Shanghai, con un rialzo superiore a +1%; la borsa di Sidney ha chiuso in progresso dello 0,60%, mentre la borsa di Seoul ha guadagnato lo 0,46%.