News Finanza Indici e quotazioni Borsa Tokyo -1,4%, ma occhio a rally Mitsubishi Motors. Hong Kong in ripresa dopo tonfo -8% in due sedute ma Tencent ancora giù

Borsa Tokyo -1,4%, ma occhio a rally Mitsubishi Motors. Hong Kong in ripresa dopo tonfo -8% in due sedute ma Tencent ancora giù

28 Luglio 2021 08:30

Dopo un tonfo dell’8% sofferto nelle ultime due sessioni, l’indice Hang Seng è riuscito a riprendersi, con un rialzo attorno a +0,72%.

La borsa di Hong Kong ha pagato nelle ultime sessioni la stretta che è arrivata dalle autorità di Pechino, e che ha colpito sia alcuni nomi noti del mondo delle Big Tech, come Didi e Tencent, che il settore delle scuole private.

Alcuni titoli sono riusciti oggi a resistere ai sell ma Tencent è capitolata di nuovo, perdendo fino a -3,73%. Xpeng, produttore di auto elettriche, è affondato di quasi -13%, rispecchiando il tonfo simile sofferto a Wall Street.

In generale, a pesare sull’azionario asiatico sono anche le preoccupazioni per la variante Delta, che hanno portato l’area dell’Australia Greater Sydney a estendere le restrizioni sulla mobilità di altre quattro settimane.

La Corea del Sud, inoltre, ha assistito oggi al numero record di contagi Covid su base giornaliera.

Protagonisti oggi non solo i titoli cinesi ma anche i titoli del colosso delle auto giapponese Mitsubishi Motors, in rally di oltre +8% dopo che la società ha rivisto al rialzo l’outlook sugli utili operativi dell’anno fiscale che terminerà il 31 marzo del 2022 del 33,3%.

Ma la borsa di Tokyo si è allineata al sentiment improntato alla cautela, con l’indice Nikkei 225 in calo dell’1,4% circa; Shanghai ha fatto -0,37%, Sidney -0,57%, Seoul -0,18%

Tornando ai titoli finiti nel mirino delle autorità di Pechino, lunedì scorso è arrivata la notizia dell’attacco sferrato dalla Cina a Tencent: un vero e proprio impero di business, che compare tra le 10 società quotate in Borsa più valutate al mondo, con una capitalizzazione di $680 miliardi.

Pechino ha ordinato al gigante Internet di rinunciare agli accordi di esclusiva che ha siglato con le grandi major discografiche, nell’ambito di una stretta che continua a portare avanti contro le attività presunte di monopolio. Nei giorni precedenti gli attacchi avevano visto protagonista Didi, l’Uber cinese che ha osato lanciare un’operazione di Ipo a Wall Street, minacciata anche di delisting dal mercato. La Cina ha reso più stringenti anche le regole che disciplinano il comparto delle scuole private.