Borsa Tokyo -1,5%, Seoul peggio con calo oltre -2%. Pesano Wall Street e Pmi manifatturiero Cina
Sessione negativa per l’azionario asiatico, sulla scia delle vendite che continuano ad abbattersi su Wall Street e dopo la pubblicazione dell’indice manifatturiero della Cina privato, stilato da Caixin-Markit. L’andamento negativo dei futures Usa pesa sull’azionario mondiale.
L’indice Nikkei della borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dell’1,53% a quota 27.661,47. La borsa di Shanghai cede lo 0,22%, Hong Kong scivola dell’1,70%. Giù anche Seoul -2,21% e Sidney, anch’essa in ribasso di oltre -2%.
Gli indici azionari americani hanno fallito di nuovo il tentativo di recupero accennato nelle prime ore della giornata di contrattazioni della vigilia.
Il risultato è che ieri il Dow Jones Industrial Average ha perso 280,44 punti, o quasi lo 0,9%, a 31.510,43 punti. Lo S&P 500 è arretrato dello 0,8% a quota 3.955, mentre il Nasdaq Composite ha lasciato sul terreno lo 0,6% a 11.816,20.
Nella giornata di ieri Loretta Master, presidente della Federal Reserve di Cleveland e membro votante del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, preposto alla determinazione dei tassi, ha affossato le speranze che la banca centrale americana, l’anno prossimo, possa tornare a tagliare i tassi, dopo i rialzi aggressivi previsti per quest’anno, già avviati per fermare l’impennata dell’inflazione.
Chiusura in rosso per Wall Street nel mese di agosto. Il Dow Jones ha perso nel mese appena concluso il 4,1%, lo S&P 500 e il Nasdaq hanno riportato perdite rispettivamente pari a -4,2% e -4,6%.
I mercati scontano anche le conseguenze negative della politica zero Covid lanciata dal governo di Pechino, che ha continuato a zavorrare l’economia cinese nel mese di agosto, con le restrizioni varie entrate in vigore o intensificate in diverse città.
E’ quanto è emerso dall’indice Pmi manifatturiero della Cina privato stilato da Caixin-Markit, scivolato ad agosto in fase di contrazione.
Il dato è sceso dai 50,4 punti precedenti a quota 49,5 punti, al di sotto dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori appunto al di sotto) e fase di espansione (valori al di sopra).
Il Pmi manifatturiero ha disatteso inoltre le attese di una flessione limitata a 50,2 punti.
Ieri è stato reso noto il Pmi manifatturiero cinese ufficiale: il dato è lievemente risalito dai 49 punti di luglio, a quota 49,4 punti nel mese di agosto, facendo meglio dei 49,2 punti stimati dal consensus.
Notizie negative anche dal fronte macro della Corea del Sud:
la bilancia commerciale di agosto ha messo in evidenza un deficit commerciale pari a $9,5 miliardi: le esportazioni sono salite su base annua del 6,6% a $56,7 miliardi, mentre le importazioni sono volate del 28,2%, a $66,2 miliardi. Il tasso di crescita delle esportazioni di chip è sceso per la prima volta in più di due anni, a causa dell’erosione del potere di acquisto e dell’offerta eccessiva.