Borsa Tokyo in lieve ribasso, peggio Hong Kong. Credit Suisse intravede ‘opportunità tattica’ in queste azioni
Borse asiatiche sotto pressione, scontano la ritirata dei prezzi del petrolio, che si spiega con le indiscrezioni riportate dal Financial Times.
Secondo il quotidiano britannico, l’Arabia Saudita sarebbe pronta ad aumentare la propria offerta di petrolio nel caso in cui la produzione di oil della Russia dovesse scendere in modo significativo, sulla scia delle sanzioni imposte contro Mosca a causa dell’invasione dell’Ucraina.
Le quotazioni hanno ora limitato le perdite, ma erano arrivate a cedere il 3%.
I prezzi del Brent e del WTI sono in ribasso dell’1,8% circa, rispettivamente poco al di sopra di $114 e $113 al barile.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in calo dello 0,16%; la borsa di Shanghai sale dello 0,40% circa, Hong Kong male con un ribasso superiore a -1%, così come Seoul, Sidney -0,80%.
Sull’azionario cinese, Dan Fineman, co-responsabile della divisione di strategia sull’equity dell’area Asia-Pacifico di Credit Suisse, ha sottolineato tuttavia che “esiste una opportunità tattica in Cina, in questo momento”.
“Le azioni sono molto convenienti – ha detto Fineman – ed è come se (le autorità) avessero trovato un modo per gestire il Covid. Dunque, credo che probabilmente l’azionario cinese abbia toccato il fondo, o sia vicino a toccarlo”.
Inoltre, anche se il “governo finora non ha annunciato un grande bazooka di nuove misure ritengo che, mentre ci avviciniamo al Congresso del partito di fine anno, la politica diventerà sempre più espansiva”.
Proprio oggi la città di Shanghai esce dal lockdown dopo diverse settimane.
I futures Usa sono praticamente piatti dopo la chiusura negativa di Wall Street della vigilia, che ha visto il
Dow Jones scendere di 176,89 punti, o dello 0,5%; lo S&P 500 in calo di quasi -0,8% e il Nasdaq Composite in flessione dello 0,7%.