Borse Asia positive, Tokyo +0,54%. Si scommette su svolta Usa-Cina. Rally di ZTE nonostante decisione Italia su 5G
Spiragli speranza dal fronte delle trattative commerciali Usa-Cina, con le delegazioni delle controparti che dovrebbero incontrarsi all’inizio di ottobre. Il Ministero del Commercio cinese ha riferito nelle ultime ore che Liu He, responsabile delle negoziazioni per la Cina, ha parlato al telefono con il rappresentante al Commercio Usa Robert Lighthizer e con il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin.
Fonti cinesi hanno riferito che il prossimo round di trattative potrebbero portare finalmente a “una svolta”.
Borsa di Tokyo positiva, l’indice Nikkei 225 chiude in rialzo dello 0,54%; Shanghai +0,14%, Hong Kong +0,30%, nonostante la decisione di Fitch Ratings di rivedere al ribasso il rating sul debito della città stato da “AA+” a “AA”, tagliando anche l’outlook da “stabile” a “negativo”.
Le proteste dei manifestanti contro la città stato, ha detto Fitch, hanno inflitto danni di lunga durata alla percezione che gli investitori internazionali hanno riguardo alla qualità e all’efficacia del sistema di governance di Hong Kong e della sua stessa capacità di governare.
Fitch ha sollevato così dubbi sulla stabilità della sua attività economica. Due giorni fa la governatrice di Hong Kong ha annunciato l’intenzione di ritirare del tutto la controversa legge sull’estradizione. Ma i disordini che si sono abbattuti sul paese hanno fatto pagare alla città, secondo Fitch, uno scotto piuttosto alto in termini di credibilità.
Sidney +0,52%, Seoul +0,22%. Occhio alle quotazioni ZTE, che segnano un rally alla Borsa di Hong Kong balzando di oltre +9%, e del 9% alla borsa di Shenzhen.
Così come Huawei, ZTE è entrata nel mirino dell’Italia, con la decisione del nuovo governo Conte di adottare il golden power verso le società interessate al 5G. Si tratterebbe di una mossa volta a escludere i colossi di infrastrutture cinesi Huawei e Zte. Tuttavia, quella più in pericolo ed entrata nelle grinfie del presidente Usa Donald Trump è Huawei.
Il governo giallorosso ha risposto in ogni caso con un sì alle sollecitazioni degli Stati Uniti di Trump, che stanno facendo pressioni sugli alleati affinché escludano dalla partita delle reti di quinta generazione le società cinesi.
Dal fronte macro, occhio al dato di luglio relativo alle spese delle famiglie giapponesi, che è salito, come da attese, dello 0,8% su base annua, in deciso rallentamento tuttavia rispetto al +2,7% di giugno.
Ha deluso però il dato sui salari, scesi a luglio dello 0,3% su base annua, rispetto al +0,7% previsto e al precedente +0,4%.
Su base reale, i salari sono tra l’altro diminuiti dello 0,9%, rispetto al -0,7% stimato e -0,5% di giugno. Dai numeri si evince quanto la Bank of Giappone sia ancora lontana dal raggiungere i propri target di inflazione.