Borse europee strappano segno più in avvio, sotto lente parole Powell e conflitto
Segno positivo per le principali Borse europee, nonostante lo scenario resti incerto su più fronti. Nei primi minuti di contrattazioni l’indice inglese Ftse 100 avanza dello 0,3%, mentre il Dax di Francoforte e il Cac40 di Parigi salgono rispettivamente dello 0,28% e dello 0,02 per cento.
Gli operatori sono alle prese con le dichiarazioni di ieri del presidente della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell. Parlando alla National Association of Business Economics, Powell ha affermato che la banca centrale americana potrebbe mettere in atto aumenti dei tassi più ampi del solito, se necessario, per contrastare un’accelerazione sostenuta dell’inflazione. I mercati sembrano ora scommettere che, nel prossimo meeting del Fomc (il braccio di politica monetaria della Fed) i tassi Usa saranno alzati di 50 punti base, dopo il primo rialzo dal 2018 annunciato mercoledì scorso, 16 marzo, pari a 25 punti base, che ha portato il costo del denaro al range compreso tra lo 0,25% e lo 0,50%.
Le dichiarazioni di Powell potrebbero alimentare il clima di incertezza legato alla situazione economica e al conflitto Russia-Ucraina. Nelle ultime ore le tensioni geopolitiche si sono ulteriormente intensificate. Il ministero russo degli Affari esteri ha reso noto di aver convocato l’ambasciatore americano a Mosca John Sullivan per protestare formalmente contro gli Stati Uniti, dopo che il presidente americano Joe Biden ha definito l’omologo russo Vladimir Putin “un criminale di guerra”. Intanto Francia e Usa starebbero pensando di rafforzare le sanzioni contro Mosca, mentre i ministri degli Affari Esteri e della Difesa dell’Unione europea avrebbero concordato su una nuova forza militare di reazione rapida per far fronte ad eventuali crisi.
La mancanza di progressi nei negoziati di pace tra i due paesi e la possibilità di nuove sanzioni occidentali contro il settore energetico russo sollevano i timori di un’impennata dell’inflazione e di un forte rallentamento della ripresa economica, o addirittura di una recessione in Europa. Ieri sera l’agenzia Fitch ha abbassato le stime di crescita del Pil globale con l’intensificarsi delle pressioni inflazionistiche e le ripercussioni legate alla crisi Russia-Ucraina, che minaccia l’approvvigionamento energetico. La sforbiciata maggiore ha riguardato proprio l’Eurozona con un Pil ridotto di ben 1,5 punti percentuali al 3% per il 2022.