Case: prezzi in rialzo nel I trimestre. L’impatto Covid potrebbe vedersi nei prossimi mesi
Il Covid non scalfisce il mattone. Almeno per il momento. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel primo trimestre 2020 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, aumenta dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% nei confronti dello stesso periodo del 2019 (era +0,2% nel quarto trimestre 2019). La crescita dei prezzi delle abitazioni che si registra nei primi mesi dell’anno rafforza la ripresa che già aveva caratterizzato la seconda parte del 2019.
L’aumento tendenziale, il più ampio dal secondo trimestre 2011, è da attribuire sia ai prezzi delle abitazioni nuove, che crescono dello 0,9% sia soprattutto ai prezzi delle abitazioni esistenti che aumentano su base tendenziale dell’1,9% mostrando una netta accelerazione rispetto al quarto trimestre del 2019 (quando la variazione era stata nulla). Le prime evidenze territoriali segnalano come la crescita riguardi quasi tutte le
articolazioni territoriali.
Questi andamenti si manifestano in un contesto di brusco calo dei volumi di compravendita (-15,5% la variazione tendenziale registrata per il primo trimestre del 2020 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale) imputabile alle misure adottate per ilcontenimento della Covid-19 che hanno drasticamente limitato la possiblità di stipulare i rogiti notarili, determinando una forte flessione delle transazioni a partire dal mese di marzo.
La divaricazione tra gli andamenti dei prezzi (in aumento) e quelli dei volumi (in forte calo), spiega l’Istat, testimonia come le misure restrittive introdotte, sebbene già in vigore a marzo, non abbiano avuto alcun impatto apprezzabile sulle quotazioni degli immobili residenziali registrate nel primo trimestre, che si riferiscono, anche per il mese finale, al perfezionamento di contratti di compravendita a condizioni stabilite prima dell’emergenza sanitaria. “Solo con i dati del secondo trimestre e di quelli successivi sarà possibile valutare se la crisi economica derivante dall’emergenza sanitaria indurrà eventuali cambiamenti nelle tendenze dei prezzi”, conclude l’Istat.