Cerved: nel 2022 le nuove imprese in calo di oltre 10mila unità
Nel 2022 il peggioramento del contesto geo-politico (guerra russo-ucraina) ed economico (inflazione, aumento tassi di interesse e instabilità della supply chain) hanno frenato l’iniziativa imprenditoriale: le nuove imprese sono calate di oltre 10 mila unità rispetto al 2021 (-10,6%), con valori inferiori anche rispetto al 2019 (-5,9%).
Nello studio “Le imprese nate nel 2022 e il contributo economico delle start-up”, Cerved ha analizzato il fenomeno della nascita d’impresa evidenziando che lo scorso anno sono 89.192 le nuove imprese, dato più basso dal 2016 (escludendo il 2020 anno della pandemia Covid-19). I cali più marcati sono stati registrati nei comparti utility (-28,9%) ed aziende agricole (-22,3%), dove lo shock energetico e il sostenuto aumento dei costi delle materie prime hanno rappresentato un deterrente all’entrata. Le costruzioni, spinte ancora dal Superbonus, registrano il calo minore (-5,8%). A livello geografico, si è assistito ad un calo più marcato nel Sud e nelle Isole (-13,2%), dove tutte le regioni mostrano valori peggiori di quello nazionale (-10.6%) ad eccezione della Calabria (-9,5%). Da segnalare il trend in discesa delle Srl semplificate, che nelle regioni del Mezzogiorno rappresentano ancora un driver importante dei tassi di natalità (49% nel 2022). A livello nazionale, il ricorso a tale forma societaria è infatti in continuo calo dal 2019, passando dal 46,9% del totale nel 2018 al 39,6% nel 2022.
La ricerca evidenzia un ulteriore elemento: le start-up rappresentano il più importante driver di crescita occupazionale della nostra economia. Nell’ultimo anno hanno contribuito alla net job creation con un saldo positivo di 343 mila addetti, valore pari a circa i due terzi del saldo occupazionale netto complessivo (535 mila addetti).