Cina, Pmi manifatturiero marzo a minimo in quasi un anno. Alert inflazione: balzo costi input più forte in 40 mesi
Il Pmi manifatturiero cinese compilato congiuntamente da Caixin e Markit si è attestato a marzo al livello più basso in quasi un anno, a 50,6 punti.
Il dato è stato inferiore ai 51,4 punti attesi e ha riportato un indebolimento rispetto ai precedenti 50,9 punti di febbraio.
La fase di espansione dell’attività economica rimane intatta, in quanto il valore dell’indice è superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e di espansione (valori al di sopra).
Attenzione tuttavia al forte aumento dei costi input (come manodopera e materie prime), che hanno riportato il balzo più forte degli ultimi 40 mesi.
Così Wang Zhe, Senior Economist presso Caixin Insight Group, il gruppo che ha stilato il dato insieme a Markit: “Dovremmo prestare attenzione all’inflazione in futuro, visto che i prezzi input e output salgono da diversi mesi. La crescita delle pressioni inflazionistiche limita lo spazio di politiche future e non è un fattore positivo per sostenere una ripresa economica successiva al periodo della pandemia”.
Tra l’altro le imprese manifatturiere hanno continuato a tagliare la forza lavoro per il quarto mese consecutivo.
Ieri è stato diramato il dato governativo relativo sempre al settore manifatturiero della Cina, che ha indicato invece un miglioramento dell’indice Pmi manifatturiero, nel mese di marzo, a 51,9 punti, rispetto ai 50,6 punti di febbraio, meglio dei 51,2 punti attesi dagli analisti.