Con l’incognita Brexit, da Regno Unito boom di ricerche per le case in Italia
Proprio oggi nel Regno Unito si assisterà un nuovo atto della Brexit, con il voto del Parlamento britannico sul piano di uscita dall’UE (il cosiddetto piano B della premier Theresa May). E in attesa di questa nuova votazione l”incertezza regna sovrana, e sono molti gli interrogativi su quali esiti avrà la Brexit e soprattutto quali saranno le conseguenze sulle aziende e i lavoratori nel Regno Unito. Nell’attesa i connazionali impiegati Oltremanica non stanno con le mani in mano, ma hanno iniziato a guardare al mercato immobiliare italiano per correre ai ripari se fossero costretti a lasciare Londra. Lo testimoniano i risultati delle ricerche provenienti dal Regno Unito su Immobiliare.it che, a gennaio 2019, hanno registrato un boom del 47% rispetto allo stesso mese del 2018.
In particolare, chi inizia a cercare informazioni su quanto costerebbe eventualmente prendere casa in Italia parte dalle locazioni: l’80% delle ricerche provenienti da UK riguarda infatti immobili in affitto. Le ricerche iniziano con un budget medio di 1.800 euro al mese per un bilocale, per poi abbassarsi a 1.200 euro una volta constatato quanto i prezzi del mattone siano più bassi in Italia rispetto al Regno Unito. Lungo lo Stivale, è Milano la città che attira maggiormente l’attenzione di chi teme di dover tornare in Italia (+70% le ricerche da UK in un anno). A seguire si trovano Torino (+55%) e Roma (+35%). Chi è invece alla ricerca di informazioni per un possibile trasferimento, tiene d’occhio almeno due diverse città, non avendo ancora un’idea precisa su dove si troverà il nuovo posto di lavoro. Una curiosità riguarda la Capitale che non è mai indicata come prima ricerca, ma viene sempre considerata un’alternativa a Milano e Torino.
“Un’eventuale migrazione di ritorno dal Regno Unito al nostro Paese, concentrata in particolare nelle grandi città dove ci sono maggiori occasioni di lavoro, porterebbe a un’ulteriore accelerazione del mercato degli affitti e quindi ad altri aumenti dei canoni di locazione – dichiara Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it – Bisogna anche considerare che nel Nord Europa la cultura dell’affitto, come alternativa a lungo termine al possesso, è da sempre consolidata rispetto all’Italia: chi lavora da diversi anni nei Paesi britannici ha assimilato questa mentalità e preferirebbe, anche tornando in patria, la formula della locazione, che tra l’altro è meno vincolante se si è incerti su dove si dirigerà la propria carriera”.