Contratto bancari, Fabi attacca: forse pochi i 200 euro di aumento richiesti
Prosegue non senza frecciate il confronto tra Abi e sindacati per il rinnovo del contratto dei bancari. Abi e Organizzazioni sindacali si sono incontrate oggi e l’associazione delle banche italiane ha presentato un aggiornamento e approfondimento dello scenario economico di riferimento, attuale e prospettico, all’interno del quale le banche si posizionano in modo diversificato. “Abi – si legge in una nota – ha confermato la volontà di sviluppare un dialogo costruttivo e responsabile per individuare le migliori soluzioni negoziali che riescano a coniugare al meglio le oggettive complessità di scenario e le rilevanti trasformazioni in essere con le esigenze delle persone che lavorano in banca: in tale prospettiva sarà possibile addivenire ad un rinnovo del Ccnl che – come condiviso da tutte le Parti – sappia confermare la propria centralità ed essere al passo coi tempi per consentire a tutti gli attori di affrontare positivamente i profondi cambiamenti in atto”.
Il confronto proseguirà il 18 e 30 luglio.
I sindacati non appaiono soddisfatti di questo incontro e da quanto evidenziato dalla relazione ABI. “L’analisi di scenario presentata dall’Abi questa mattina ci ha convinto che le richieste economiche da noi avanzate, pari a 200 euro medi, sono insufficienti. In una situazione come quella rappresentata, l’unica risposta sensata è l’investimento sul lavoro e quindi un aumento significativo delle retribuzioni. Inseguire rendimenti importanti per gli azionisti, nello scenario descritto dall’Associazione bancaria italiana, è un’operazione suicida per il settore e per il Paese. Non si può pensare che in una fase recessiva si possano mantenere livelli di return on equity (roe) elevati puntando solo sulle riduzioni dei costi”, ha dichiarato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, dopo l’incontro in Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro che riguarda 300.000 dipendenti delle banche italiane.