Coronavirus: pacchetto euro anticrisi non è abbastanza, i 4 aspetti che non convincono Pimco
Le nuove misure annunciate la scorsa settimana dall’Eurogruppo hanno deluso ancora una volta. Lo scrive Nicola Mai, responsabile della ricerca sul credito sovrano in Europa di Pimco, sottolineando che “a prima vista, il pacchetto di 540 miliardi di euro annunciato dai ministri delle finanze dell’area euro sembra promettente”. Ma i dettagli, prosegue l’esperto, “suggeriscono che è insufficiente e lascia l’onere della gestione della crisi nelle mani dei governi nazionali e della Banca centrale europea (Bce). La Bce ha il potere di stabilizzare la regione per un certo periodo ma la continua mancanza di coordinamento politico significa che l’area euro rimarrà fragile”.
Benché Pimco preveda una breve recessione, che durerà forse fino alla metà dell’anno, il danno sarà profondo: la produzione potrebbe non tornare ai livelli pre-crisi fino al 2022. Il pacchetto di misure economiche svelato dall’Eurogruppo è, secondo Pimco, poco convincente sotto 4 punti: la scala insufficiente e le misure sembrano ridotte rispetto all’entità della crisi; le misure decise portano più debito e l’uso di prestiti non allevierà il deficit fiscale nazionale. “Sia gli strumenti del Mes che quelli della Commissione Europea sono strumenti di finanziamento – non di trasferimento – e si sommeranno ai livelli di deficit e debito dei Paesi”, rimarca l’esperto di Pimco. Gli altri due aspetti riguardano il fatto che l’uso dei programmi del Mes, anche se con poche condizioni, solleva un potenziale stigma per i Paesi che vi accedono; e infine la mancanza di mutualizzazione. “I ministri – spiega Mai – hanno affermato che si continua a discutere su un ‘Recovery Fund’ comune per gli investimenti, ma hanno ammesso che il modo di finanziarlo rimane un chiaro punto fermo”.