Covid 19, David Sassoli dice la sua sui coronabond dopo tensione von der Leyen-Conte
“Ogni strumento può essere utile: ciò che conta è metterci nella condizione di rispondere a questa sfida simmetrica con una garanzia comune”. Così il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” e pubblicata oggi, in cui commenta, tra le altre cose, anche l’opzione dei coronabond.
Sassoli aveva parlato dell’opzione dei coronabond anche in un’intervista pubblicata ieri dal Messaggero, auspicando un chiarimento da parte della numero uno della Commissione europea, Ursula von der Leyen:
“Penso che debba arrivare un chiarimento da von der Leyen, noi in Parlamento avevamo capito un’altra cosa. Io credo che uno strumento a garanzia del debito sia indispensabile. Se vi sono altre idee, basta tirarle fuori”.
Per avere un futuro, ha continuato Sassoli, gli Stati “devono scommettere sull’opzione europeista. Nessun Paese può affrontare da solo sfide globali come questa. Il rischio se non vi è una risposta comune è che i nostri Paesi andranno in svendita”.
Nel colloquio con il Corriere, Sassoli ha lanciato un avvertimento anche all’Olanda:
“Penso che alcuni Paesi non abbiano ancora percepito il senso della catastrofe che incombe e non si rendano conto della gravità della situazione per le loro stesse economie. L’ Olanda si avvantaggia molto del mercato unico, ma se questo dovesse crollare quale sarebbe il prezzo per i cittadini olandesi? Dal governo tedesco ci aspettiamo una parola di chiarezza. C’è un dibattito molto intenso nella Repubblica Federale e ci auguriamo che partorisca un’indicazione chiara.
Anche perché a giugno la Germania assumerà la presidenza di turno dell’ Ue, trovandosi nel vortice della crisi e con un bilancio pluriennale dell’Unione ancora aperto. Penso e spero che Berlino non vorrà rinunciare a un ruolo di guida e rafforzamento dell’ Europa”.
Il caso coronabond è nato con la dichiarazione della scorsa settimana di von der Leyen. In un’intervista all’agenzia di stampa tedesca Dpa, il numero uno della Commissione Ue ha smentito una qualsiasi pianificazione dell’emissione di coronabond, bond la cui idea è stata concepita con l’obiettivo di raccogliere miliardi da destinare all’emergenza del coronavirus.
“Ci sono limiti legali molto chiari, non c’è il progetto. Non stiamo lavorando a questo”. Aggiungendo: “Il termine corona bond è attualmente uno slogan. Dietro ad essa c’è la questione più grande delle garanzie. E qui le riserve in Germania, ma anche in altri Paesi, sono giustificate”.
Immediata la reazione del premier italiano Giuseppe Conte:
“Il compito della proposta sugli eurobond non è rimesso alla presidente della Commissione. Le proposte le elaborerà l’Eurogruppo”. Conte ha lanciato un appello all’Europa affinché “dimostri di essere all’altezza di questa chiamata della storia. È uno shock simmetrico che riguarda tutti gli Stati membri, nessuno è esente”.