News Finanza Notizie Mondo Dazi: Coldiretti, escalation impatta anche su quotazioni prodotti agricoli

Dazi: Coldiretti, escalation impatta anche su quotazioni prodotti agricoli

11 Luglio 2018 11:19

I timori di una guerra commerciale non svaniscono. Anzi, l’ultimo annuncio arrivato nella notte dalla Casa Bianca su nuovi dazi alla Cina per un valore di 200 miliardi di dollari torna ad infiammare la questione. Accesa dalla risposta della Cina che ha promesso ritorsioni contro gli Stati Uniti in risposta alle nuove tariffe doganali, definite inaccettabili e dannose non solo per la Cina ma anche per la stessa economia americana. Un’escalation che sconvolge non solo i mercati finanziari ma anche quelli delle materie prime, con le quotazioni dei principali prodotti agricoli, dal mais alla soia, in discesa sull’onda delle preoccupazioni per l’escalation della guerra commerciale tra Usa e Cina. A dirlo Coldiretti dopo l’analisi dell’andamento delle quotazioni al mercato future Chicago Board of trade, un punto di riferimento mondiale per i prodotti agricoli di base.

“Una escalation dopo che la risposta cinese alle prime misure protezioniste di Trump ha colpito tra gli altri – spiega Coldiretti – una vasta gamma di prodotti agroalimentari a stelle e strisce, dai formaggi alla soia, dal mais al grano, dallo yogurt al burro, dal riso alla carne di maiale e di manzo, fino a pollame, pesce, nocciole e frutta e verdura come arance, patate, pomodori, asparagi, melanzane. Il risultato è un crollo delle quotazioni che per la soia a Chicago sono scese del 22% negli ultimi tre mesi”. La soia è uno dei prodotti agricoli più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti seguiti, sul podio, dall’Argentina per un totale dell’80% dei raccolti mondiali. “Per sostenere l’aumento del consumo di carne con i propri allevamenti la Cina – precisa la Coldiretti – è il principale acquirente mondiale della soia, ma con lo scattare del dazio aggiuntivo del 25% nei confronti degli Stati Uniti ha fatto cambiare le fonti di approvvigionamento a favore del Brasile”

Per le dimensioni del fenomeno, la situazione, conclude l’associazione, va però attentamente monitorata da parte dell’Unione Europea per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie anche a livello comunitario.