Def, Istat su rischio guerra commerciale: ridurrebbe crescita Pil dello 0,3%
Tensioni e guerra commerciale, il rischio incombe sul Pil di tutto il mondo e dunque anche su quello italiano.
“Uno dei principali fattori di rischio evidenziati nel Def riguarda l’impatto sulla crescita dell’inasprirsi delle tensioni commerciali – ha detto Giorgio Alleva, presidente dell’Istat, nel corso dell’audizione sul Def – Allo scopo di valutare la sensitività dei risultati del quadro macroeconomico definito nel Def al variare delle ipotesi che influenzano la dinamica delle variabili esogene, sono stati misurati gli effetti sulla dinamica del Pil dell’anno in corso di un rallentamento del commercio mondiale (una diminuzione del tasso di crescita pari a un punto percentuale rispetto allo scenario base del modello) e di un apprezzamento dell’euro sul dollaro (pari all’uno per cento rispetto allo scenario base). Le analisi descritte sono state realizzate utilizzando il modello macroeconomico MeMo-It dell’Istat”.
E’ emerso che “la dinamica più contenuta degli scambi internazionali influirebbe negativamente sulla crescita complessiva del sistema economico, determinando una diminuzione del Pil di 0,3 punti percentuali rispetto allo scenario base: le esportazioni registrerebbero un rallentamento significativo, diminuendo di 1,1 punti, le importazioni di 0,3 punti. I risultati ottenuti sono in linea con le simulazioni riportate nel Def”.
“Nel caso di un ulteriore apprezzamento della valuta europea, le esportazioni diminuirebbero invece di 0,1 punti percentuali, senza conseguenze significative sulla dinamica del Pil”.