Digitale: in Italia servono investimenti per 3,5 mld e 6.500 nuovi ricercatori per recuperare gap
In Italia, le imprese dell’Information & Communication Technology investono (anno 2018) 2,6 miliardi di euro in Ricerca e Innovazione. Si tratta di un dato in crescita ma è ancora di molto sotto la media europea. E anche se il dato 2019 confermerà il trend positivo, per il 2020 rischiano di pesare gli effetti della crisi sanitaria. “I programmi di rilancio di cui si discute oggi, sulla base del Recovery Plan che adotterà l’Unione europea, assegnano un ruolo centrale al digitale e accentuano la priorità di rafforzare gli investimenti in ricerca e innovazione, puntando su una solida collaborazione tra istituzioni pubbliche e attori privati con l’obiettivo di mantenere il passo con i paesi guida”, afferma Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, l’Associazione per l’Information and Communication Technology (ICT) di Confindustria. Conti alla mano, servirà aumentare l’investimento in ricerca, sviluppo e innovazione nel settore ICT di almeno 3,5 miliardi e gli stanziamenti pubblici di quasi mezzo miliardo nei prossimi tre anni oltre a inserire almeno 6.500 ricercatori in più. Finora, la quota maggiore della spesa complessiva in ricerca, sviluppo e innovazione ICT (86% nel 2018) in Italia è stata autofinanziata dalle stesse imprese, che confermano anche come il comparto sia in grado di attrarre capitali dall’estero più che in altri settori.