Dollaro in ripresa con assist tassi Treasuries, euro scende sul filo di $1,24
Il crollo del dollaro Usa, alimentato la scorsa settimana dalle dichiarazioni arrivate dal segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin, si arresta, grazie anche all’effetto rialzista che arriva dal mercato dei Treasuries Usa.
Il record dei rendimenti decennali dal maggio del 2014, al 2,68%, sostiene gli acquisti sul dollaro.
L’euro – che la scorsa settimana, nonostante le dichiarazioni dovish del numero uno della Bce Mario Draghi aveva superato anche la soglia di $1,25 – fa così dietrofront, cedendo lo 0,17%, a $1,2406.
Il dollaro sale sullo yen dello 0,25% a JPY 108,85, e sulla sterlina, con il rapporto di cambio GBP-USD -0,23%, a $1,4127.
L’euro è invariato sullo yen, +0,06% a JPY 135,04 e sulla sterlina, con EUR-GBP +0,02%, a GBP 0,8782. Sul franco svizzero sale dello 0,10%, a CHF 1,1621.
Da Davos, in occasione del World Economic Forum, Mnuchin aveva affermato che la debolezza del dollaro può essere un fattore positivo per l’economia Usa, in termini di commercio e di opportunità.
Poi, lo stesso presidente Usa Donald Trump ha precisato che la frase di Mnuchin è stata presa fuori dal contesto, e che gli Usa vogliono un dollaro forte.