Dollaro recupera su euro e sterlina, moneta unica sotto $1,23 per dati inflazione e Bce
Il dollaro rimane sotto pressione nei confronti delle principali valute a livello mondiale, sulla scia dei timori di instabilità politica provocati dai licenziamenti di diversi membri dell’amministrazione Usa da parte di Donald Trump (fuori Rex Tillerson, segretario di Stato Usa, e intanto il Washington Post riporta rumor sul licenziamento del consigliere di Sicurezza Nazionale H.R. McMaster).
Il biglietto verde è positivo tuttavia nei confronti dell’euro, con il rapporto euro-dollaro che buca la soglia di $1,23, dopo i dati relativi all’inflazione dell’Eurozona e alle dichiarazioni arrivate da Peter Praet, responsabile economista della Bce.
L’economista ha ammesso che la Bce è sorpresa da quante siano le persone che stanno cercando lavoro: tale quadro potrebbe impedire ai salari, a suo avviso, di puntare verso l’alto, pesando sull’inflazione.
Nel mese di febbraio, inoltre, l’inflazione dell’Eurozona ha mostrato segnali di indebolimento, con il tasso rallentato all’1,1%, contro l’1,3% di gennaio.
Il dollaro ha ritracciato soprattutto verso lo yen, scendendo di oltre -0,60%, fino a JPY 105,646, al minimo dallo scorso 6 marzo, per poi recuperare quota JPY 106.
Euro-dollaro in calo dello 0,32%, a $1,2266; il dollaro ora guadagna anche sulla sterlina, con il cambio GBP-USD che arretra dello 0,31%, a $1,3894.
Euro-yen -0,55%, a JPY 130,13, euro sterlina piatto -0,01%, a GBO 0,8829; euro-franco svizzero -0,06% a CHF 1,17.