Draghi: mentre vacciniamo bene cominciare a pianificare le aperture, scuole aperte anche in zone rosse
“Sul piano vaccinale, vi ringrazio di tutti i contributi”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel suo intervento di replica, al termine del dibattito in Senato sulle comunicazioni rese in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 Marzo.
“Io non so se ci sono stati errori o meno, non mi va di perder tempo su quello che è stato, certamente c’è stata una gran delusione di tutti cittadini europei. Questo è fuori discussione. Ora le cose vanno meglio, il Commissario preposto all’uopo, quindi soltanto da credo un mese, è bravissimo e i risultati si stanno cominciando a vedere”.
“Occorre, dicevo ora, guardare al futuro – ha continuato Draghi – Per quanto riguarda il coordinamento europeo, questo va sempre cercato. Bisogna lavorare continuamente per rafforzarlo. Se non funziona in questi momenti drammatici, dove il tempo è estremamente prezioso, occorre anche trovare delle risposte da soli. Ovviamente noi pretendiamo il rispetto dei contratti da parte delle multinazionali produttrici dei vaccini. D’altronde avete visto che l’Italia è stata la prima ad avere la propria azione fondata su tre pilastri: pretendere il rigoroso rispetto; sanzionare o bloccare le esportazioni; pronta sostituzione dei vaccini mancanti. Effettivamente c’è stata una diminuzione della vaccinazione solo per un giorno, il giorno dopo è stata quasi compensata la mancanza di vaccini con un altro vaccino dalle stesse caratteristiche. Ripeto: dobbiamo guardare all’esperienza degli altri Paesi per imparare. Questi sono episodi nuovi. Si sta imparando ogni giorno. È ingiusto biasimare per gli errori passati non pensando alla novità dell’esperienza. Quindi impariamo che una logistica efficiente può perseguire i propri obiettivi molto più velocemente se anche lì si attua un certo pragmatismo nella somministrazione dei vaccini, nell’individuazione di siti vaccinali. In sostanza nella sburocratizzazione del processo di amministrazione dei vaccini. E lì abbiamo da imparare. E credo non ci sia alcun dubbio. Cercando di guardare al futuro, cercando di riprendere il messaggio di fiducia che deve uscire da questo Consiglio europeo noi per primi dobbiamo cominciare a pensare alle riaperture. In particolare a cominciare dalla scuola”.
Le differenze tra le Regioni nella somministrazioni delle dosi “sono difficili da accettare. Le Regioni seguano le priorità del piano nazionale”, aveva detto Draghi nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio Ue.
“Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti nell’uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti”.
Ancora, “mentre stiamo vaccinando è bene cominciare a pianificare le aperture. Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma insomma se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse. Cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua”.