Enel ed ENI danno slancio a Piazza Affari, male Ferrari
Prima seduta della settimana in rialzo per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha chiuso segnando +0,16% a 25.757 punti. L’indice guida di Piazza Affari è reduce da ben sei settimane consecutive di rialzi che l’hanno proiettato sui top da ottobre 2008. Il surriscaldamento dell’inflazione Usa non impensierisce al momento gli investitori anche se oggi Paul Tudor Jones, miliardari gestore di hedge fund, ha affermato che la Fed rischia di perdere credibilità se non risponde all’impennata dell’inflazione e ritiene che il meeting Fed al via domani sia il più importante da quando Powell è alla guida dell’istituto.
Sul parterre di Piazza Affari convinti acquisti sui titoli oil in scia ai nuovi rialzi del prezzo del petrolio. Saipem (+1,44%) e Tenaris (+1,46%) si sono distinte in positivo; bene anche e ENI (+1,38% a 10,728 euro).
Tra gli altri titoli si segnalano Hera (+1,09%) ed Enel (+1% a 8,102 euro) che guidano la giornata positiva delle utility in scia ai dati sulla domanda elettrica, balzata del 9,4% a maggio con rinnovabili a far da traino (+15,1% l’eolico e +5,9% il fotovoltaico).
In marginale rialzo Atlantia (+0,09%) in seguito alla firma dell’accordo con il consorzio costituito da CDP, Blackstone e Macquarie per la cessione dell’intera partecipazione detenuta in Autostrade per l’Italia.
Male invece Ferrari che oggi segna oltre -3,3% in area 168 euro. Pesa la bocciatura da parte degli analisti di Goldman Sachs che hanno tagliato Ferrari da buy a sell, riducendo il target price da 192 a 170 euro. Con la società che ha posticipato il suo obiettivo 2022 al 2023, e con il consensus che già circa il 12% al di sopra dell’obiettivo Ebit 2023, Goldman Sachs vede un limitato spazio per revisioni positive degli utili. Inoltre, a pesare sulla Rossa è la possibile impennata degli investimenti per finanziare la svolta tech e l’obiettivo di lanciare entro il 2025 la prima auto elettrica. Questa transizione accelerata verso le tecnologie del futuro comporterà maggiori esporsi e Goldman ha così alzato del 5,6% le stime sugli investimenti necessari per il decennio 2021-2030.