Eni pronta a uscire da aree non-core: tante offerte per i suoi asset australiani
Eni tra le storie societarie di maggior rilievo della sessione odierna. La nota odierna di Banca IMI riporta le indiscrezioni di MF, “secondo le quali il procedimento del colosso volto a smobilizzare i suoi asset australiani sta andando avanti, nonostante lo scenario rimanga ancora incerto. Le offerte vincolanti per gli asset – ha riportato il quotidiano finanziario – dovrebbero essere depositate entro la fine del mese”.
Gli analisti di Banca IMI scrivono che, “tra i buyers interessati all’acquisizione, l’articolo (di MF) cita: 1) Macquarie, in tandem con Neptune Energy; 2) ROC Oil (controllata dalla cinese Fosun International Group); 3) Apa, Beach Energy e Cooper Energy (appoggiate da alcuni investitori istituzionali australiani); e 4) contattati dall’advisor Occidental Petroleum, BP, Chevron e Santos”.
L’articolo ha riportato anche che il portafoglio di gas australiano di Eni dovrebbe valere 1 miliardo di dollari”.
A tal proposito, gli analisti scrivono che “lo smobilizzo fa parte della strategia di exit di Eni dalle aree non-core, al fine di mantenere un bilancio solido e una generazione di cassa, colpiti dai bassi prezzi del petrolio e dalla pandemia del COVID-19. Al momento, non ci aspettiamo che la notizia avrà un impatto sull’azione”.
Il titolo Eni di fatto mette a segno un rialzo di appena lo 0,10%, a quota 8,19 euro. Banca IMI ha un rating hold sull’azione.