Euro digitale: al via la consultazione della Commissione europea
La Commissione europea ha avviato oggi una consultazione mirata sull’euro digitale. Per euro digitale si intende la forma digitale di moneta della banca centrale direttamente accessibile agli utenti, che integra il contante. Nella nota si legge che la Banca centrale europea (Bce) e la Commissione esaminano congiuntamente, a livello tecnico, un’ampia gamma di questioni politiche, giuridiche e tecniche relative all’eventuale introduzione dell’euro digitale.
In particolare, la consultazione durerà quattro settimane e la Commissione punta a raccogliere le opinioni delle parti interessate su bisogni e aspettative degli utilizzatori riguardo all’euro digitale e su come renderlo disponibile per il commercio al dettaglio, preservando allo stesso tempo il corso legale del contante. La consultazione mira inoltre a raccogliere opinioni sul ruolo dell’euro digitale nei pagamenti al dettaglio e nell’economia digitale dell’UE, sul suo impatto sul settore finanziario e sulla stabilità finanziaria, nonché sugli aspetti relativi alle norme antiriciclaggio e alla protezione dei dati.
“Negli ultimi anni la digitalizzazione ha portato a cambiamenti innovativi nel sistema finanziario, con l’uso crescente di mezzi di pagamento digitali da parte dei consumatori. Si prevede che tale tendenza continui in futuro. Man mano che i pagamenti privati si digitalizzano, anche la moneta della banca centrale deve essere resa più moderna. La forma digitale consentirebbe all’euro di rimanere rilevante in un mondo digitale e contribuirebbe a rendere l’euro accessibile a tutti, aggiungendosi al contante”, ha dichiarato Mairead McGuinness, commissaria per i Servizi finanziari, la stabilità finanziaria e l’Unione dei mercati dei capitali. Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia, ha invece sottolineato che: “L’euro digitale offrirà importanti opportunità per la nostra economia. Adattando la moneta pubblica al 21esimo secolo possiamo rafforzare il ruolo dell’euro sulla scena internazionale e sostenere l’autonomia strategica aperta dell’UE”.