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Euro paga paura recessione Europa con stop gas Nord Stream. Goldman Sachs: sotto parità dollaro ancora per molto

5 Settembre 2022 11:42

Focus sull’euro, che sconta la notizia relativa alla decisione del colosso energetico russo Gazprom di non riaprire il gasdotto Nord Stream che trasporta il gas dalla Russia alla Germania.

La moneta unica ha bucato oggi quota $0,99 per la prima volta in 20 anni, dal 2002, scivolando fino a 0,9880, in calo di oltre mezzo punto percentuale nei confronti del dollaro. Al momento l’euro limita i danni e scende dello 0,30% circa a 0,9917.

Oltre all’alt di Nord Stream, la moneta unica sconta la minaccia arrivata nelle ultime ore direttamente dal Cremlino, con il portavoce Dmitri Peskov che ha preannunciato, stando all’agenzia Tass, una “grande tempesta globale”, a causa delle azioni intraprese dall’Occidente contro la Russia di Vladimir Putin.

Occhio alla nota degli analisti di Goldman Sachs del team di Kamakshya Trivedi che, stando a quanto ha riportato Bloomberg, hanno tagliato le stime a sei mesi sull’euro, dai 99 centesimi di dollaro previsti in precedenza, a quota $97.

Goldman Sachs ritiene che l’euro rimarrà al di sotto della parità sul dollaro nell’arco dei prossimi sei mesi: in precedenza, il target a sei mesi sul rapporto euro-dollaro era pari a $1,02.

Oggi il dollaro è salito vicino al nuovo record degli ultimi 20 anni, superando brevemente anche quota 110. Ribassista sull’euro anche Rodrigo Catril, strategist sul forex presso National Australia Bank.

Così a Bloomberg: “L’euro ha un maggiore margine di ribasso, se si considera che il pieno impatto che deriva dal taglio indefinito del gas dalla Russia all’Europa deve essere ancora avvertito. “No gas significa no crescita e una Bce hawkish”.

Hawkish perchè l’indebolimento dell’euro, pur avendo effetti positivi in quanto agevolerebbe le esportazioni dell’area euro, produrrebbe anche effetti inflattivi, in quanto aumenterebbe ulteriormente il costo delle commodities importate, il cui prezzo è espresso in dollari.

E già i prezzi del gas e delle altre materie prime corrono, con la guerra in Ucraina e le ritorsioni della Russia in risposta alle sanzioni inflitte dall’Occidente.

Da Goldman Sachs avvertono: “E’ vero che l’area euro ha fatto buoni progressi con gli stoccaggi dei gas, in vista dell’inverno imminente, ma questo è avvenuto a costo di una distruzione significativa della domanda, attraverso i tagli alla produzione”. I progressi “non eliminano inoltre del tutto il rischio di interruzioni più severe durante l’inverno”, si legge nella nota riportata da Bloomberg.