Eurozona: Pmi manifatturiero a marzo (finale) rivisto in calo a 44,5 punti, il minimo da oltre 7 anni
L’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona si è attestato a marzo, secondo la lettura finale, a 44,5 punti, in calo rispetto ai 49,2 punti di febbraio e in peggioramento rispetto ai 44,8 punti stimati nella lettura preliminare. Si tratta del più basso livello in 92 mesi. L’istituto Ihs Markit che redige l’indagine ha sottolineato che produzione, nuovi ordini e acquisti sono diminuiti bruscamente; è stato registrato un forte taglio dei livelli occupazionali e si intensificano ad un livello record le restrizioni sulla catena di distribuzione. L’ottimismo per quanto riguarda il futuro è crollato al livello minimo storico.
“La preoccupazione – ha aggiunto Chris Williamson, Chief Business Economist presso Ihs Markit – è che il peggio del declino deve ancora materializzarsi”. Secondo l’istituto, le sole eccezioni saranno per le aziende produttrici di alimenti e quelle farmaceutiche, mentre le altre
fasce del settore manifatturiero potrebbero osservare contrazioni mai osservate finora.
Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.