FCA-Renault, ‘Nissan: «Pronti a rafforzare l’intesa» Ma Parigi teme il veto’ (Il Sole 24 Ore)
Nel dossier FCA-Renault con l’opzione Nissan, Parigi teme il veto di quest’ultima, anche se i giapponesi aprono alla possibilità di rafforzare l’intesa. Così il titolo del Sole 24 Ore
“Nissan: «Pronti a rafforzare l’intesa» Ma Parigi teme il veto”, nell’articolo in cui fa riferimento alle parole proferite dal numero uno del gruppo automobilistico giapponese:
“Non posso dirvelo, ma ve lo dirò quando potrò». Hiroto Saikawa, ceo di Nissan, ha risposto in questi termini sibillini a chi gli chiedeva ieri se fosse stato informato della proposta fusione tra Renault e Fca. «Sono aperto a ogni discussione per rafforzare l’alleanza», ha aggiunto. Se ne saprà qualcosa di più domani, dopo il previsto secondo vertice del comitato che supervisiona l’alleanza a tre (riformato dopo l’estromissione di Carlos Ghosn) tra i top executive di Renault, Nissan e Mitsubishi Motors, previsto a Yokohama. Nell’occasione, Saikawa intende «scambiare opinioni apertamente e avere un dialogo costruttivo». Parole generiche – fa notare il quotidiano di Confindustria – che, ‘tradotte’ dal linguaggio culturale giapponese, significano meno di quel che sembri.
Già il mese scorso, viene ricordato, il ceo di Nissan aveva rifiutato la proposta francese volta a una maggiore integrazione.
“Il vero punto è che Renault non comanda in Nissan, nonostante la quota del 43,4% (incrociata con il 15% senza diritti di voto di Nissan nella Casa della losanga)”.
Gli attriti sono emersi soprattutto nel 2015, a causa di quello che è stato un vero e proprio raid governativo da parte della Francia, che ha visto protagonista l’attuale presidente francese Emmanuel Macron.
“La svolta che ha compresso i diritti dei francesi come principali azionisti è avvenuta nel 2015 – scrive Il Sole 24 Ore – sulla scia della mossa a sorpresa dell’allora ministro dell’economia Macron: un aumento della quota statale in Renault, attuata al fine di prevenire che il gruppo svicolasse da una nuova legislazione finalizzata a dare più diritti di voto agli investitori di lungo termine”.
“Un raid governativo che allarmò la parte giapponese (governo di Tokyo compreso) e portò Carlos Ghosn a schierarsi contro Parigi. Nissan minacciò di uscire dal Restated Alliance Master Agreement, il che tra l’altro le avrebbe consentito di rastrellare azioni del partner. Alla fine, il governo francese acconsentì a limitare i suoi diritti di voto in Renault al 18% per gran parte delle decisioni non strategiche (e la sua quota tornò al 15% nel 2017). Soprattutto, però, è emerso che un accordo di «stabilizzazione» impegnò Renault a non opporsi mai al board di Nissan alle assemblee degli azionisti: qui è la chiave dell’indebolimento dell’influenza della losanga a Yokohama”.
Nelle ultime ore si è parlato della possibilità di un ingresso di FCA nell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, a seguito della notizia relativa alla fusione tra FCA e Renault.
Il Sole 24 Ore riporta che “in Giappone vari analisti sono scettici sulla possibilità che si crei davvero un «primo gruppo automobilistico al mondo» basato su una combinazione a quattro (la quota del 34% in Mitsubishi, tra l’altro, fa capo alla sola Nissan). «L’accordo annunciato in Europa crea molta incertezza sul ruolo di Nissan nell’alleanza», ha osservato Chris Richter di Clsa, secondo cui Renault e FCA hanno bisogno di Nissan, che ha una forte presenza in Cina,più che viceversa, anche per via delle sovrapposizioni tra Fca e Nissan sul mercato nordamericano”.