Fed, Bullard: ‘rischiamo inflazione fuori controllo, Fed sia più aggressiva e veloce nell’alzare i tassi’
Il falco della Fed James Bullard, presidente della Fed di St. Louis, è tornato a invocare un rialzo deciso dei tassi da parte della Federal Reserve di Jerome Powell.
In caso contrario, l’inflazione potrebbe sfuggire al controllo, diventando un problema ancora più serio.
In occasione di un evento organizzato dalla Columbia University, Bullard ha detto: “che non c’è mai stato un rischio così alto in una generazione che la situazione potesse andare fuori controllo…uno scenario potrebbe essere quello di una nuova sorpresa che al momento non riusciamo ad anticipare, una crescita ulteriore dell’inflazione, qualcosa che dobbiamo fare in modo che non si presenti”.
Bullard ha già lanciato un appello alla Fed nelle scorse settimane affinché alzi i tassi di un punto percentuale entro il mese di luglio, per contrastare un’inflazione che viaggia al record degli ultimi 40 anni.
“In generale – ha aggiunto il banchiere – direi che c’è troppa enfasi sul fatto che l’inflazione, a un certo punto, si smorzerà nel futuro. Rischiamo invece che l’inflazione non rallenti il passo, e comunque il 2022 sarà il secondo anno consecutivo in cui saremo alle prese con un’inflazione elevata. Dunque, vista la situazione, la Fed dovrebbe muoversi più velocemente e in modo iù aggressivo, di quanto dovrebbe fare in altre circostanze”.
Ma Bullard ha anche detto che il cambiamento di politica monetaria non dovrebbe essere definito come un tentativo di frenare i mercati e l’economia.
“Non è una politica restrittiva. E’ una rimozione di politica accomodante”.
La Fed ha indicato che inizierà ad alzare i tassi sui fed funds per la prima volta dal 2018 nella prossima riunione di marzo; dopo quella stretta i mercati prezzano cinque o sei altre strette monetarie di 25 punti base.
Per il mese di marzo, le aspettative di un maxi rialzo dei tassi di 50 punti base si sono comunque smorzate, e i mercati scommettono piuttosto su un intervento di 25 punti base.
Di fatto, nella giornata di ieri, la probabilità di assistere nel corso di quest’anno a sette strette monetarie è scesa al 43% dopo essersi avvicinata al 70% all’inizio della settimana.